La Repubblica
Diego Longhin
“TORINO seguirà il modello Bologna” dice l’assessore al Bilancio e tributi Sergio Rolando. Il capoluogo dell’Emilia Romagna ha deciso di non aderire alla “rottamazione” delle cartelle esattoriali su multe e tasse comunali, dai rifiuti all’occupazione di suolo pubblico.
Ha solo reso più facile l’accesso alla dilazione del pagamento delle vecchie cartelle ampliando il numero di rate. “E a Torino vorremmo fare lo stesso per ragioni di equità”, dice Rolando che sta studiando la pratica. E che, soprattutto, si è fatto estrapolare dagli uffici diretti da Paolo Lubbia numeri e casi per rispondere ad un’interpellanza presentata da Silvio Magliano, capogruppo dei Moderati.
“Gli approfondimenti li completeremo domani – dice Rolando ma da una preanalisi posso già dire che sono molti i nostri dubbi rispetto alla concessione della rottamazione”.
La prima riserva riguarda le casse di Palazzo Civico: concedere la possibilità di non versare sanzioni e interessi di mora sulle tasse, e le maggiorazioni e gli interessi di mora sulle multe, potrebbe creare problemi sul fronte bilancio per gli anni a venire. E poi è una questione culturale: “Torino da tempo ha portato avanti una fruttuosa lotta all’evasione. La scelta di aprire alla rottamazione delle cartelle mette in crisi questa attività e soprattutto dà un messaggio negativo ai cittadini”.
La rottamazione converrebbe, forse, ai torinesi che non hanno ancora pagato. Potrebbero sgravarsi di qualche sanzione e maggiorazione, anche se dovrebbero esaurire tutto il debito pregresso entro il 2018 e in un massimo di 5 rate. Una formula di liquidazione che diventa impegnativa.
“Per ora – sottolinea Rolando – nonostante il clamore che la rottamazione delle cartelle di Equitalia ha avuto a livello nazionale, alla Soris non hanno avuto particolari richieste di informazioni. Insomma, non è sentito come provvedimento”.
Torino deve decidere cosa fare entro fine mese, il termine per aderire con una delibera alla rottamazione delle cartelle di tasse e multe comunali: un provvedimento deciso dal governo Renzi. “A breve termineremo l’istruttoria – dice l’assessore a Bilancio e tributi – e la nostra intenzione è non aderire.
Potremmo fare come Bologna. Ribadire il no in una delibera dove si fa il quadro di quello che la Città sta già facendo ed eventualmente cambiare alcune norme del regolamento entrate tributarie per rendere più facili e più accessibili le rateizzazioni”. Una delle idee è alzare il tetto Isee sopra i 24mila euro.