Proponiamo l’articolo de La Stampa, edizione di Torino, in merito alla riduzione del numero delle circoscrizioni.
(Andrea Rossi)
La Torino del futuro avrà sei circoscrizioni più una. Quell’una sarà il centro, entità a sé, molto specifica, per poter funzionare come un’entità a sé. Ha piazze auliche, quasi tutti i musei e i centri d’interesse, ha vocazione turistica, non ha impianti sportivi. Insomma, non ha nulla che la accomuni alle altre. Per questa ragione il centro verrà rimpicciolito (sarà sovrapponibile alla Ztl centrale) e non sarà più una circoscrizione vera e propria, con un presidente e consiglieri eletti dai cittadini. Si chiamerà «Zucs», Zona urbana centrale storica, e verrà gestita direttamente da Palazzo Civico.
I nuovi confini
Intorno al centro, invece, ruoteranno sei circoscrizioni al posto delle attuali dieci. Una ingloberà la zona che va da San Salvario a una parte di Mirafiori Nord oltre a tutto quel che c’è dall’altra parte del Po, a ridosso della collina, fino a San Mauro. La seconda si estenderà verso Nord Est e avrà come confini il Po, corso San Maurizio, corso Regina Margherita e via Cigna. La terza, a Nord Ovest, sarà racchiusa tra via Cigna, corso Regina Margherita, devierà seguendo la Dora e taglierà in due la Pellerina per poi imboccare strada della Pellerina. La quarta, al di sotto di corso Regina, sarà delimitata da corso Principe Oddone, corso Francia, corso Monte Cucco, corso peschiera, corso Trapani e corso Rosselli e via Tirreno, nel tratto dopo Parco Ruffini. La quinta, sopra corso Rosselli, arriverà fino a ridosso del centro: Porta Nuova corso Vittorio, corso Inghilterra, corso Francia. A Sud, invece, un mega territorio delimitato da corso Rosselli, corso Unione Sovietica, via Onorato Vigliani.
C’è l’accordo
Se non è la versione definitiva, poco ci manca, anche perché stavolta l’accordo c’è, è sufficientemente solido e, soprattutto, la volontà è chiudere in tempi brevi la partita. Ieri pomeriggio l’assessore al Decentramento Gianguido Passoni ha incontrato la maggioranza di centrosinistra presentando la bozza con la suddivisione della città. L’accordo c’è, con qualche punto da limare. «Abbiamo concordato sulla necessità di chiudere questo percorso in tempi rapidi», spiega Guido Alunno, vice capogruppo del Pd che ha sempre seguito la partita da vicino.
Si conferma la scelta di passare da dieci quartieri a sei, già emersa sia nella prima bozza varata da Passoni, sia durante il lavoro della commissione speciale presieduta da Laura Onofri del Pd. «È un’ipotesi che consente di semplificare il quadro amministrativo», spiega. «Nel disegnare i nuovi confini si è dovuto tenere conto di alcuni fattori, ad esempio i confini delle Asl, ma questa soluzione, che considera le peculiarità del centro, è funzionale».
Forme di partecipazione
Le nuove circoscrizioni saranno più popolose e, probabilmente, anche più incisive. I loro poteri dovrebbero crescere, così da sgravare il Consiglio comunale da una serie di incombenze che spesso lo zavorrano. La partita delle competenze è ancora tutta da giocare. «L’importante – avverte Luca Cassiani, anche lui presente al tavolo di ieri – è capire quali saranno le funzioni e soprattutto con quanto personale e quale dotazione economica potranno essere svolte».
Le circoscrizioni, si diceva, saranno più grandi, cosa che solleva il nodo della partecipazioni dei cittadini. Potranno incidere in qualche modo o saranno ancora più marginali di adesso? La riforma aprirà a forme di partecipazione sul modello del bilancio deliberativo che si sta sperimentando in circoscrizione 7, dove il quartiere sta decidendo come utilizzare 500 mila euro. Altra soluzione sarà costruire rappresentanze a livello di quartiere, organismi consultivi, invitati permanenti alle riunioni della giunta di circoscrizione. Che avrà un presidente e quattro «assessori» locali.
L’obiettivo è varare la riforma entro fine anno. E cominciare a sperimentare alcune funzioni decentrate già nel 2015 prima che, con le comunali del 2016, la nuova Torino possa vedere la luce.