Presidente Sangalli, c’è ripresa nel terziario?
“A giugno, nei servizi, in molti casi l’attività ha continuato ad attestarsi su livelli molto distanti da quelli di prima della pandemia e in rallentamento rispetto ai due mesi precedenti. Il pericolo è che l’emergere delle varianti del virus e il riacutizzarsi dei contagi tolgano vigore alla ripresa, impedendo ad alcuni settori, come la filiera turistica, il ritorno ai livelli pre-Covid almeno per altri 12-18 mesi).
Quali settori sono ancora deboli?
“In un’economia che si è rimessa in moto, ci sono molte imprese del terziario ancora a rischio, come le discoteche, che sono ancora chiuse. E quei settori che stanno ripartendo lentamente, come la cultura e il turismo, che torneranno ai livelli pre-Covid solo nel 2023. Con ripercussioni negative su consumi e livelli occupazionali”.
C’è un rischio inflazione?
“L’inflazione inattesa è un rischio concreto tua gli assegniamo ancora una probabilità ridotta. Che crescerebbe, però, se le tensioni sulle materie prime dovessero perdurare. Conforta l’atteggiamento delle autorità monetarie che non toglieranno gli stimoli all’economia reale, pure con un’inflazione superiore al 296 nell’area euro”.
Anche voi collocate la crescita del Pil 2021 in prossimità del 5%. E quella dei consumi tra il 3,5% e il 4%.
“Sì, ma c’è un inconsueto scarto tra dinamica del prodotto e dinamica della spesa. Questo è un elemento di debolezza che va rimosso per il 2022, utilizzando al meglio e da subito i fondi del Piano di ripresa e resilienza (Pnrr) e proseguendo nella campagna vaccinale. Così la fiducia delle famiglie si tradurrà in maggiore domanda”.
Anche lei crede in un effetto-Wembley per l’Italia?
“Non lo escludo“.
Serviranno ancora misure di emergenza?
“Il ritorno alla “nuova normalità” non potrà prescindere da una rateizzazione di lungo termine del debito fiscale da Covid-19. E va affrontato il problema della riclassificazione dei prestiti bancari, su cui ha agito la moratoria, nella categoria “deteriorati”». Finalmente il governo entra nel vivo sugli ammortizzatori sociali. «C’è un tema di sostenibilità della contribuzione da parte delle imprese, in particolare, quelle del terziario di mercato che si sono confrontate nel 2020 con una caduta dei consumi che ha riportato la spesa media delle famiglie ai livelli del 2000. Inoltre bisogna fare un salto di qualità sulle politiche attive per il lavoro: servono competenze adeguate alla grande trasformazione digitale e ecologica”.
La Commissione parlamentare sul Fisco propone dal ridisegno dell’Irpef al superamento dell’Irap.
“Vanno chiarite le agibilità finanziarie per la riforma. Gli spazi per razionalizzare e semplificare non mancano. Basta che non si propongano scambi compensativi tra “meno imposte dirette” e “più imposte indirette”.
L’accordo di Venezia sulla minimum tax globale sui profitti delle multinazionali la convince?
“Sì, ma bisogna fare attenzione ai tempi di attuazione di un processo che si annuncia complesso». 11 Pnrr sarà attuato? “Lo spero. Sono cruciali i temi della qualità e della semplificazione delle regole di funzionamento del sistema Paese e il recupero al lavoro dei più giovani. Ce la dobbiamo e ce la possiamo fare. Anche facendo tesoro della “lezione” di Wembley: vince l’Italia che fa squadra, costruendo partecipazione e condivisione di obiettivi”.
Tratto dal Corriere della Sera
di Antonella Baccaro