Cauto ottimismo. Due parole si fanno strada per la prima volta dopo molto tempo nel mondo del commercio. Le pronuncia Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, e si accompagnano a cifre in aumento dopo tanti segni negativi. Nella seconda settimana di gennaio c’è stato un miglioramento delle vendite del 2% rispetto al 2014. II 55,02% delle aziende che ha risposto ai questionari, dopo il secondo weekend dei saldi ha avuto un incremento degli incassi ed il 24,22% è stabile. Il 20,76% ha avuto un peggioramento rispetto allo stesso periodo del 2014. Vuol dire che quasi 8 commercianti su 10 non sono in perdita. Lo scontrino medio è leggermente diminuito, passando da 111,36 euro del primo lungo weekend dell’Epifania a 110,06 euro del secondo rilevamento. L’ufficio studi di Confcommercio prevede una spesa media intorno ai 340 euro a famiglia, più o meno la stessa cifra spesa lo scorso anno, e anche questo permette di tenere alla larga il pessimismo. II miglioramento delle vendite è diffuso in tutt’Italia. A Firenze l’aumento è stato del 10% dopo la prima settimana di saldi rispetto allo scorso anno, grazie anche ai turisti che si sono gettati sui capi più costosi. Ma si respira ottimismo anche a Caltanissetta, L’Aquila e Roma dove su abbigliamento e calzature l’aumento delle vendite è di circa il 5%. Fa eccezione una città come Chieti dove il settore dell’abbigliamento e della pelletteria ha fatto registrare un netto 30% in meno del volume di affari rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Si difendono solo le calzature che migliorano del 5% le vendite rispetto al 2014. Lo scontrino medio digitato nei negozi di Chieti e provincia è stato di 110 euro. A Cosenza le vendite sono in calo per la maggior parte dei commercianti di una percentuale compresa tra il 4 e il 9 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Sono, però, anche aumentati i negozi dove le vendite risultano stabili (10,5%) o addirittura in lieve crescita (0,9%). Cauto ottimismo, quindi, ma i commercianti ricordano anche che si arriva da mesi difficili. L’indicatore dei consumi di Confcommercio ha fatto registrare a novembre una crescita dello 0,2% rispetto ad ottobre e un calo dello 0,3% rispetto al 2013. Renato Borghi, presidente di Federmoda: “E’ difficile recuperare una situazione in flessione come quella dei mesi scorsi. Per compensare le perdite l’aumento avrebbe dovuto essere del 15%. Nei primi nove mesi del 2014 per ogni nuova apertura ci sono state 2 chiusure, è il segnale di un settore che comunque è in grande sofferenza”.