In questi giorni il dibattito pubblico sulle riaperture delle attività produttive e commerciali si è focalizzato su una data: il 4 maggio. Per gli ambulanti non alimentari questa ipotesi rappresenta una speranza fortissima, vista la crisi senza precedenti che si è abbattuta sul settore, ma è bene dire da subito che questa decisione ha un solo elemento di giudizio: l’andamento della situazione sanitaria in Piemonte.

In questa settimana infatti la provincia di Torino si appresta a superare, in merito ai decessi, quella di Bergamo che aveva sconvolto l’Italia per l’immagine dei mezzi militari che trasferivano le bare in altri Comuni.

Quindi le possibili riaperture saranno condizionate dal rallentamento dell’epidemia, ma non finisce qui.

Infatti per i mesi a venire, i mercati dovranno osservare le misure di distanziamento dei banchi e della clientela: ciò significa che non ci sarà più fisicamente spazio per tutti.

Per affrontare le riaperture anche dei generi non alimentari è quindi necessario iniziare già ora a valutare le possibili soluzioni, che se da un lato non potranno garantire il ripristino delle condizioni precedenti, almeno permetteranno di riprendere il lavoro.

Fiva per questa ragione, di concerto con le Commissioni di mercato contattate, ha iniziato a progettare le riaperture formulando alcune ipotesi:

1.laddove possibile, ampliare il mercato in vie limitrofe così da poter accogliere il maggior numero di ambulanti;

2. predisporre la turnazione degli operatori non alimentari;

3.la divisione al 50% dei concessionari, da posizionare sul medesimo mercato in due blocchi: uno al mattino (alimentari e non alimentari) e uno al pomeriggio (alimentari e non alimentari);

4.la promozione di mercati straordinari o comunque eventi commerciali da realizzarsi alla domenica per rilanciare il settore non alimentare e riprendere contatto con la clientela;

5.favorire, nel più ampio modo possibile, la prenotazione della spesa tramite ordinazione telefonica, social, o siti internet per mantenere i nuovi clienti che in questa fase di riposo forzato sono tornati a comprare al mercato, anche per il futuro.

Naturalmente queste ipotesi non possono valere ovunque e si devono intendere limitate al periodo di diffusione del coronavirus, ma se non si pensa già ora a come riaprire i mercati, quando sarà possibile perderemo giorni preziosi che nessun ambulante può permettersi in questo periodo.

Fiva naturalmente resta disponibile a ricevere nuove proposte da formalizzare ai Comuni, perché mai come oggi è indispensabile fare gruppo e lavorare assieme.