Nell’ultimo quinquennio il sistema commerciale nel suo complesso, ha vissuto una fase di grande difficoltà a causa della crisi dei consumi delle famiglie, della crescente concorrenza tra tipologie distributive e dei profondi cambiamenti che stanno avvenendo nelle abitudini di acquisto dei consumatori.

 

Nell’area torinese il clima di preoccupazione degli operatori commerciali si è accentuato per le notizie di una prossima apertura, in primavera, di un outlet di una novantina di negozi per una superficie di vendita totale di 12.000 metri quadri sul territorio di Settimo Torinese e l’avvio dei lavori di costruzione di un parco commerciale di nuova concezione di oltre 200.000 metri quadri di superficie lorda a Caselle in prossimità dell’aeroporto.

 

Un clima di cui si rende interprete il presidente dell’Ascom settimese Valerio Fasano: “In questi anni abbiamo lavorato per la riqualificazione e l’attrazione del centro città e dei nostri negozi. E’ indubbio che temiamo l’arrivo di questo nuovo complesso, sia per l’impatto diretto sulle attività del comparto dell’abbigliamento ma anche per l’effetto polarizzante su tutta l’area torinese in quanto in grado di attirare migliaia di frequentatori da tutto il bacino limitrofo”.

 

“Di qui il rischio di un impatto indiretto – conclude Fasano – sui livelli di frequentazione e di vivibilità dei centri storici e dei sistemi commerciali urbani, con pesanti ripercussioni oltre che sulle attività economiche ivi localizzate, anche sulla qualità urbana e sullo stesso patrimonio immobiliare di tali zone”.

 

Gli fa eco Francesco Cena storico operatore di Settimo Torinese, presidente provinciale di Federmoda: “Il settore dell’abbigliamento è già uno di quelli che ha maggiormente pagato in questi anni gli effetti della crisi. Chissà cosa succederà con l’apertura di questa nuova struttura… Va bene la concorrenza e la diversificazione delle offerte ma è giunto il tempo che i nostri Amministratori, dalla Regione ai singoli comuni, si pongano il problema di difendere l’offerta commerciale e di servizi dei centri urbani!”

 

Toni e temi pienamente condivisi dalla presidente dell’Ascom torinese Maria Luisa Coppa: “I negozi, i pubblici esercizi e le attività artigianali di servizio rappresentano degli elementi fondamentali per la vivibilità dei centri urbani. Proprio per questo motivo da tempo Confcommercio Piemonte ha più volte sollecitato, da ultimo con il convegno del 25 novembre, la Regione Piemonte e le Amministrazioni locali a rivedere la rispettiva norme urbanistiche e di impatto ambientale per salvaguardare le peculiarità e le funzioni del commercio dei centri storici e degli ambiti urbani!”

 

“Purtroppo – prosegue la presidente Coppa – finora i risultati ottenuti sono abbastanza deludenti ma il nostro impegno su questo versante continua e ci auguriamo che nei prossimi mesi, anche alla luce degli ultimi avvenimenti, possiamo contare su di una maggiore sensibilità su questo tema!”

 

L’azione di difesa del commercio urbano passa anche attraverso l’azione delle Federazioni di Settore.

 

A questo proposito puntualizza ancora il Francesco Cena: “Grazie all’azione di Federmoda Italia e della Confcommercio con la SOSE, la Società per gli Studi di Settore, l’Agenzia delle Entrate ha riconosciuto, a livello nazionale, che i Factory Outlet Center generano una particolare concorrenzialità nei confronti della distribuzione tradizionale italiana ed abbiamo ottenuto, in base ad un principio di giustizia fiscale, un importante “differenziale” strutturale.

Si tratta di un correttivo di carattere continuativo, nello studio di settore, che consente un abbattimento percentuale dei ricavi puntuali proporzionalmente commisurato alla distanza dal Factory Outlet Center, per le aziende del settore moda, tessile, abbigliamento e calzature localizzate nel raggio massimo di 90 km di distanza.”

 

“Evidentemente questa clausola – conclude il presidente Cena – non è ancora applicabile per la realtà torinese, ma siamo fin d’ora in contatto con la Federazione nazionale per far sì che in occasione delle prossime revisioni, a struttura operante, anche il nostro territorio venga incluso nell’accordo”.

 

La difesa del commercio urbano passa anche attraverso un’azione di aiuto ai territori ed alle imprese ad affrontare i nuovi fenomeni di concorrenza che stanno emergendo.

 

Su questo versante, appare quanto mai interessante, l’iniziativa lanciata dal nuovo presidente dell’Ascom di Ciriè Stefano Faletti che organizza per giovedì 16 febbraio presso il Centro socio culturale di corso Nazioni Unite 32, un’apposita serata con gli operatori locali e la partecipazione di Massino Merlano, storica guida dei commercianti di Novi Ligure, che da tempo si sono trovati ad affrontare l’impatto dell’outlet di Serravalle.

 

“Siamo consci – dichiara il presidente Faletti – che dovremo abituarci a convivere con queste ulteriori concorrenze ed attrezzarci sia come singole imprese che come sistemi territoriali urbani per non essere sopraffatti”.

 

“Proprio per questo – aggiunge il presidente dei commercianti ciriacesi – siamo particolarmente interessati a conoscere gli effetti prodotti sulla rete commerciale e di servizi di Novi Ligure dal complesso di Serravalle ma anche a sapere come il sistema novese e le sue attività, con una fattiva collaborazione tra pubblico e privato, siano riusciti ad adeguarsi alla nuova situazione ed a scoprire nuove vocazioni ed opportunità, dal momento che l’outlet rimane uno dei principali poli commerciali del territorio alessandrino!”

 

Si tratta di un’iniziativa che vede la collaborazione ed il sostegno pure dell’Ascom di Torino: “Come sistema Confcommercio torinese –conclude la presidente Coppa – vogliamo essere sempre più punto di riferimento, vere e proprie “bussole”, per le nostre imprese ed offrire loro strumenti concreti in termini di aggiornamento, di formazione, di supporti gestionali e di marketing nonché di utilizzo delle nuove tecnologie, che costituiscono la strada obbligata per rimanere sul mercato.”