Si avvicina a grandi passi un Natale sì di festa, ma di certo non per i consumi. Lo dicono i dati presentati da Confcommercio nel corso di una conferenza stampa convocata a Roma per fare il punto su peso delle tasse sui consumi, ammontare delle tredicesime e propensione alla spesa per le prossime festività. A contribuire al ribasso della spesa non sarà solo e tanto un fattore psicologico, quanto il calo delle risorse a disposizione. Come ha spiegato il direttore dell’Ufficio Studi Confcommercio, Mariano Bella, nel 2014 la tredicesima netta che andrà nelle tasche dei lavoratori sarà pari a 39,2 miliardi, lo 0,9% in più del 2013, ma tra Ici/Imu/Tari, canone Rai e tasse automobilistiche si dovranno spendere 9,5 miliardi, il 18% in più. La tredicesima disponibile per consumi si abbassa dunque a 29,7 miliardi, il 3,6% in meno dell’anno scorso, e quella effettivamente destinata ai consumi sarà di 28 miliardi, -3,2%, 41 euro in meno a famiglia. Giù anche la propensione agli acquisti, all’85,2% contro l’85,8% dello scorso anno (era all 33,7 nel 2009), mentre i regali saranno soprattutto tradizionali (l’84,8% rispetto al 15,2% di quelli tecnologici, percentuale comunque in costante crescita). Che la situazione sia difficile lo conferma poi, per finire, l’indicatore dei Consumi Confcommercio, che ad ottobre registra una variazione nulla rispetto a settembre e un calo dello 0,5% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Mancano, insomma, veri sintomi di ripresa della domanda delle famiglie, i cui livelli sono del 12% inferiori rispetto alla fine del 2007. La fase di recessione-stagnazione che ha caratterizzato gran parte del 2014, non sembra dunque destinata a mutare radicalmente nei prossimi mesi.