Presentata oggi a Palazzo Birago la tradizionale indagine della Camera di commercio di Torino sulle spese delle famiglie torinesi, con i dati relativi all’anno 2014. Il progetto di ricerca, curato dal professor Luigi Bollani, docente di statistica sociale presso l’Università degli Studi di Torino, condiviso con l’IRCrES-CNR e realizzato con la collaborazione di Ascom Torino, monitora la struttura e i livelli della spesa sostenuta da un campione di 240 famiglie torinesi, interpellate mediante la compilazione di un libretto di acquisti e di un questionario per le spese più impegnative.
“Sembrano finalmente tirare un po’ il fiato le famiglie torinesi, che a partire dal 2008 avevano costantemente contratto la propria spesa – ha ricordato Guido Bolatto, Segretario Generale della Camera di commercio di Torino. – Meno pressate da spese irrinunciabili come alimentare e casa, possono ricominciare a concedersi pasti fuori casa, rinnovo del guardaroba o vacanze. Incidono ancora però spese importanti e non rinviabili, come quelle per la salute e per l’istruzione. Cresce il web mentre si ferma al 7% delle famiglie la necessità di ricorso alle rate”.
Secondo Rolfo, Direttore dell’IRCrES-CNR ha così commentato: “I dati 2014 sono sicuramente positivi e confermano una moderata ripresa dei consumi con una percezione della crisi da parte delle famiglie che è ancora importante, ma in attenuazione. D’altra parte vi sono segnali di maggiore consapevolezza nei consumi e aumenta il peso degli acquisti on line”. Principali risultati Dopo il netto calo del 2010 e del 2012 e la lieve ripresa nel 2013, nel 2014 si conferma la tendenza espansiva della spesa delle famiglie torinesi: con una media di 2.232 euro mensili (+2,5%), le famiglie tornano a consumare quasi al livello di 9 anni fa, anche se, rispetto al 2005, l’alimentare pesa notevolmente di più (15,5% contro l’11,6% del 2005).
Se nel 2013 la ripresa era guidata proprio dall’alimentare e dagli altri acquisti primari, nel 2014 l’aumento sembra essersi distribuito su tutte le categorie in modo proporzionale: oltre all’alimentare (+3,3%), infatti, cresce del 2,3% anche il non alimentare. Le spese irrinunciabili: più spazio alle scelte voluttuarie Anche se la percentuale di spesa alimentare del 2014 è la più alta mai registrata, sembra incidere un po’ meno (55% rispetto al 58% del 2013) l’aggregato alimentari+casa, che in questi anni aveva registrato regolari aumenti,contraendo la disponibilità delle famiglie verso spese accessorie. Nel 2008 questo dato era fermo al 46%.