Lo spiffero
A volerci ridere su si potrebbe dire che a ogni supermercato approvato dalla giunta Appendino la barba di Damiano Carretto cresce di mezzo centimetro. Così potrebbe spiegarsi la versione Babbo Natale con cui si è presentato in aula il presidente della commissione Urbanistica, nel giorno in cui l’amministrazione pentastellata ha dato il via libera agli ultimi due insediamenti commerciali di medie e grandi dimensioni dell’anno, in corso Grosseto e corso Bramante. La discussione in Sala Rossa ormai è surreale, a tratti grottesca, con l’ex assessore Stefano Lo Russo, oggi capogruppo del Pd, che attacca l’amministrazione e i consiglieri grillini che abbozzano una replica tipo “e allora quando c’eravate voi?”.
A un anno e mezzo dal suo insediamento Chiara Appendino ha autorizzato 13 nuove strutture commerciali, utilizzando la famigerata legge 106 (decreto sviluppo del 2011). Piero Fassino, in cinque anni, aveva dato il via libera a 16 insediamenti attraverso questa procedura. Se si va a vedere il valore della superficie autorizzata (slp) la differenza è ancora più evidente: 29mila da parte della giunta Cinquestelle in un anno e mezzo, 16mila dal centrosinistra durante i cinque anni a Palazzo Civico.
Attorno all’adozione della legge 106 si è sviluppato un dibattito tracimato in polemica con la sindaca intervenuta in aula minacciando azioni giudiziarie “a tutela dell’ente”, a fronte di talune insinuazioni dell’opposizione. Roberto Rosso ha parlato apertamente di tangenti, seppur facendo riferimento a eventi passati, da lui stesso denunciati, mentre Lo Russo ha messo in guardia sui “grandi interessi che si muovono dietro queste operazioni”.
La normativa, tanto controversa, prevede l’adozione di interventi in deroga al piano regolatore promossi dagli operatori privati e adottati dal pubblico. Un procedimento che consente un risparmio evidente in termini di tempo, ma in cui, sostanzialmente, l’ente pubblico accetta le condizioni dettate dai privati rinunciando al proprio ruolo regolatore sulle varianti urbanistiche. Questa normativa permette, infatti, di bypassare la valutazione ambientale strategica (Vas), procedura finalizzata a integrare considerazione di natura ambientale nei piani e nei programmi di sviluppo.
Queste operazioni, finora, hanno consentito all’amministrazione di introitare – tra oneri e servizi – 9,5 milioni di euro: ossigeno puro per le agonizzanti casse dell’ente. Ma a un prezzo troppo alto “in termini di impatto ambientale e urbanistico” secondo Lo Russo. Durissimo il capogruppo dei Moderati Silvio Magliano: “Mi chiedo a questo punto chi siano davvero i palazzinari, se gli esponenti della precedente amministrazione o quelli dell’attuale. È inoltre preoccupante e grave che con gli introiti derivanti dai supermercati sia finanziata la spesa corrente”.