(LA STAMPA ONLINE)
DIEGO MOLINO ANDREA ROSSI

Un anno – il 2017 – al Ponte Mosca, dietro Porta Palazzo. Poi, chissà, ma di sicuro il suk, il mercato del libero scambio, si sposterà altrove e ogni anno cambierà sede e quartiere.

Così ha deciso la giunta Appendino, che in un primo momento aveva immaginato di mettere fine a un’esperienza che scatena le ire dei residenti e causa problemi di ordine pubblico. L’idea era chiudere il 2016 – oggi il suk si tiene il sabato al Canale Molassi e la domenica in via Monteverdi – e stop. L’amministrazione Cinquestelle ha cambiato opinione, anche sulla base delle valutazioni del Comitato per l’ordine pubblico: è vero che il suk genera conflittualità, ma eliminandolo si rischia di peggio, ad esempio venditori abusivi sparpagliato ovunque senza un minimo di regole né controlli.

 

Di qui è nata l’idea di non smantellare il suk, ma di spostarlo da via Monteverdi, per la gioia dei residenti di Regio Parco e della presidente della circoscrizione 6 Carlotta Salerno: «Potremo sottrarre un elemento di fatica in un territorio già costellato da fragilità, soprattutto sociali, ma allo stesso tempo orgogliosamente orientato alla riqualificazione». Soprattutto si è deciso di stabilire una sorta di turnover: ogni anno il Comune individuerà un’area che ospiterà il mercato del libero scambio per dodici mesi. Quindi si cambierà.

 

LA ROTAZIONE
È un modo per non stressare eccessivamente un quartiere (cui il Comune riconoscerà un indennizzo) e i suoi residenti, ma favorire una rotazione che chieda un «sacrificio» a tutti (o quasi) ma per un arco di tempo limitato. «La nostra idea è rendere il libero scambio un posto migliore, trasformarlo da “fastidio” in risorsa», spiega l’assessore Marco Giusta, che ha tirato le fila del provvedimento approvato ieri in giunta. «Per questo rivedremo le modalità di gestione delle aree: non solo controllo del fenomeno ma contrasto della povertà urbana e dell’esclusione sociale».

 

Si parte dal Ponte Mosca, area lungo la Dora di proprietà della Città metropolitana, che per tutto il 2017 ospiterà il suk il sabato e la domenica. Una soluzione che non piace a tutti: l’area era già stata presa in considerazione dalla giunta Fassino ma poi scartata perché troppo vicina a Porta Palazzo. «Senza contare – dice il capogruppo del Pd Stefano Lo Russo – che si inserisce un’attività in una zona che ha sopportato situazioni di degrado per molto tempo e che ora, grazie anche all’insediamento del Centro della Lavazza e ai programmi di rigenerazione urbana, cominciava a guardare con positività al futuro».

 

IL NO DEL QUARTIERE
Una decisione calata dall’alto, «senza aver ascoltato cittadini e comitati sul territorio», aggiunge il consigliere democratico Domenico Carretta, stessa critica mossa dal presidente della circoscrizione 7 Luca Deri: «I problemi si devono risolvere a monte, non serve spostarli di qualche isolato. Il Comune non ci ha interpellati, ora serve un incontro».
C’è chi nel quartiere da anni si batte per avviare un serio progetto di rivitalizzazione. E l’arrivo del suk, per la maggior parte dei cittadini, va in direzione opposta. La consigliera Patrizia Alessi nei prossimi giorni consegnerà una petizione con 1.800 firme per chiedere la riqualificazione della zona: «Si va ad aggiungere un altro problema in un’area che convive da anni con una moltitudine di disagi». Pensiero condiviso da Rolando Trevisan del comitato di cittadini Quadrilatero Aurora che si chiede se «è questo il modo di riqualificare le periferie».