Nuovo piano antievasione fiscale dell’Agenzia delle entrate, che punta a contrastare soprattutto “le frodi più insidiose” e “i casi di evasione più gravi”, con l’obiettivo “di individuare i comportamenti più pericolosi tralasciando i controlli meno rilevanti per importi o sostenibilità”. Saranno invece abbandonate “le contestazioni esclusivamente formali dando centralità al contraddittorio, che consente la partecipazione del cittadino sottoposto a controllo sia in sede istruttoria sia nella fase di definizione della pretesa”. Con una circolare, infatti, l’agenzia fiscale “presenta la strategia per la prevenzione e il contrasto all’evasione, chiedendo agli uffici di orientare l’azione di controllo alla massima correttezza e proporzionalità, in un contesto di leale collaborazione e buona fede. Tutti i controlli devono basarsi su approfondite analisi del rischio ‘tarate’ in base alle tipologie dei contribuenti”. Per i grandi contribuenti, quelli con un volume d’affari sopra i 100 milioni, l’Agenzia delle entrate “punta l’attenzione sui fenomeni di reale evasione, come per esempio la delocalizzazione dei redditi verso paesi a fiscalità più favorevole e la pianificazione fiscale aggressiva”. Sempre per i big, “continua la sperimentazione del regime di adempimento collaborativo. Si accelera, quindi, sulle frodi che possono avere una forte ricaduta sulla competitività e nascondono fenomeni di corruzione: dalle false lettere d’intento alle compensazioni di crediti erariali inesistenti”. “Grande cautela – aggiunge l’agenzia fiscale – per gli accertamenti basati su presunzioni. Le indagini finanziarie devono essere usate evitando richieste di dettaglio su importi poco rilevanti e chiaramente riferibili alle normali spese personali o familiari. Il redditometro scatta soltanto nei confronti di coloro che presentano scostamenti significativi tra reddito dichiarato e spese sostenute”.