BERNARDO BASILICI MENINI
LA STAMPA


Il bando per i nuovi banchi è fermo. Quello per liberare la piazza e spostare le attrezzature nei bastioni sta procedendo a rilento, e in tanti lo hanno disertato. Di pomeriggio quasi tutto è rimasto dove stava prima (e dove non dovrebbe stare), e nessuno interviene. La riqualificazione di Porta Palazzo non va. Doveva esserci un cambio di rotta, ma la marcia si è inceppata quasi subito.


Il progetto inceppato
L’ambizioso progetto che doveva rivoluzionare piazza della Repubblica, portando regole finalmente condivise, si basa su due punti cardine: primo, i banchi non devono più rimanere all’aperto nel pomeriggio. Da regolamento, i mercatali se ne devono andare alle 16 e non devono tornare prima delle 22. Secondo, i banchi devono essere tutti uguali, il Comune ne dovrebbe comprare di nuove poi affittarli agli operatori. Ma nessuna delle due novità è partita.


La Città ha indetto una gara, rivolta agli operatori delle mercerie (vale a dire, in sintesi, tutto quello che sta all’aperto e non è alimentare), mettendo a disposizione gli spazi, chiusi, dei bastioni, dove riporre banchi e attrezzature. Ma su 83 posti, solo 30 sono stati assegnati. Non solo: «Per quanto riguarda gli spazi più grandi, per i banchi di maggiori dimensioni, le richieste vanno oltre il numero disponibile. Mentre per gli altri ci sono state troppe poche richieste», spiegano dal Comune. Perché alcuni hanno disertato? «Tanti sono all’estero, tornati nei loro paesi di origine per diversi mesi, e non hanno potuto partecipare al bando – spiega Massimiliano Meloni, rappresentante dei mercatali del settore –. Inoltre, sono i proprietari degli stalli che devono partecipare al bando, ma spesso affittano la licenza e non si fidano a sobbarcarsi un costo». Un operatore, che vuole rimanere anonimo, va giù duro: «Alcuni hanno preso lo spazio nei bastioni, ma poi i loro facchini si sono rifiutati di portarci dentro l’attrezzatura, dicendo che è troppo lontano e faticoso».


Il risultato è che i banchi e i rimorchi, dopo la chiusura del mercato, sono ancora lì. E multarli è difficile. Anche perché, su corso Giulio Cesare, al momento stazionano tutti quei banchi grandi che volevano entrare nei bastioni ma non hanno trovato posto, e che saranno coperti da una concessione temporanea. L’obiettivo è quello di trovare un’altra rimessa: o una privata, o quella sotto il mercato ittico, quando saranno finiti i lavori. Il Comune sui tempi si è tenuto largo, per prudenza, e punta a chiudere la partita al massimo entro novembre, data in cui la piazza, nel pomeriggio, dovrà essere vuota.

Le ripercussioni
Ma lo stop ha avuto altre ricadute. Anzitutto sui 250 banchi nuovi: li comprerà la Città, affittandoli agli operatori, pagando circa 2 mila euro ciascuno. Ma visto che la prima partita è andata male, ha prevalso la cautela, e il bando non è ancora partito, in attesa di vedere se almeno su questo punto i mercatali seguiranno la proposta del Comune con buona volontà oppure se sarà necessario prendere un’altra strada e usare le «cattive maniere», cioè varare un regolamento obbligatorio.
E poi c’è la questione delle sanzioni. Difficile multare, visto che ci sono moltissime situazioni diverse e il confine dell’irregolarità, in questa fase, è sottilissimo.


Il girone ortofrutta
L’altro grande problema è che il Comune non vuole aprire un altro fronte fino a che non avrà sistemato gli altri due. E il terzo fronte è quello del reparto ortofrutta dove le norme, in buona parte dei casi, vengono proprio ignorate: banchi che rimangono nel mercato «h24», sporcizia che invade perennemente la piazza, facchini addetti allo smontaggio che fanno quello che vogliono. «È una situazione infernale e uno scaricabarile infinito. La maggior parte dei banchi appartengono a persone che non vogliono adeguarsi in nessun modo. Fino a che il Comune non userà la mano pesante non si risolverà niente», spiega Mario Lucchitto, rappresentante dei mercatali. Cesare Di Termini, rappresentante di settore e organizzatore di molte iniziative degli ambulanti è critico: «Anche le istituzioni si girano dall’altra parte in questa piazza. Finché non vengono i vigili e non cominciano a fare multe questa rimane terra di nessuno. I furgoni, qui, non sanno nemmeno dove scaricare». Ecco, su questo girone dantesco non si metterà mano fino a che non sarà risolta la questione mercerie. Solo a quel punto sarà possibile il pugno duro su tutta la piazza — tengono a persone che non vogliono adeguarsi in nessun modo. Fino a che il Comune non userà la mano pesante non si risolverà niente», spiega Mario Lucchitto, rappresentante dei mercatali. Cesare Di Termini, rappresentante di settore e organizzatore di molte iniziative degli ambulanti è critico: «Anche le istituzioni si girano dall’altra parte in questa piazza. Finché non vengono i vigili e non cominciano a fare multe questa rimane terra di nessuno. I furgoni, qui, non sanno nemmeno dove scaricare». Ecco, su questo girone dantesco non si metterà mano fino a che non sarà risolta la questione mercerie. Solo a quel punto sarà possibile il pugno duro su tutta la piazza