Confcommercio Piemonte e Ascom Torino sottolineano  in una lettera alle istitutuzioni torinesi, piemontesi e ai parlamentari eletti in Piemonte , lo stato di profonda frustrazione in cui si trovano le imprese del Commercio, Turismo, Servizi, Trasporti e gli operatori delle Professioni e denunciano la pressoché totale indifferenza che il Governo italiano ha dimostrato per la loro sorte. 

Dopo due mesi di gravissimi sacrifici, accettati responsabilmente nella consapevolezza di dover dare precedenza alla salute, fino a domenica 26 aprile questi imprenditori erano pronti a ripartire in condizioni di massima sicurezza, disponibili ad ulteriori rinunce pur di rispettare le procedure e le regole previste dal protocollo nazionale dello scorso 24 aprile e dalle linee guida sviluppate all’interno delle singole categorie. Si sarebbe trattato di una ripartenza obbligata, peraltro, a fronte del mancato arrivo degli aiuti economici che sarebbero stati necessari per evitare la moria di un numero altissimo di imprese. Tale speranza è andata ancora una volta delusa dopo le insufficienti parole del Presidente Conte – si legge nella lettera. 

“In tale contesto l’apertura del presidente Cirio rappresenta una boccata d’ossigeno per il comparto della somministrazione che è stato messo in ginocchio nel periodo primaverile e pasquale. Le pasticcerie e le gelaterie potranno organizzarsi per servire, nel rispetto delle dovute precauzioni sanitarie, la clientela in occasione della prossima Festa della Mamma. Si tratta di un traguardo raggiunto grazie alla pressione della nostra Associazione e sono sicura che gli imprenditori si impegneranno per garantire il massimo rispetto delle norme di sicurezza. È un primo risultato positivo ma parziale, per migliorare il quale sarebbe opportuno un ampliamento dell’orario. Inoltre siamo impegnati, esercitando forti pressioni, anche su altri settori, come ad esempio, la filiera della Moda che potrebbe riaprire prima del 18 maggio su appuntamento. Molte altre imprese dei nostri settori continuano infatti a essere a fatturato zero dall’11 marzo, sono state le prime a chiudere, anche per loro chiediamo di sapere con esattezza come e quando potranno aprire. Per questo motivo rivolgiamo un accorato appello a tutti i rappresentanti delle Istituzioni che possano tramettere al Presidente Conte le ragioni dei piccoli negozi, ambulanti, pubblici esercizi, operatori turistici e dei servizi, che, per non morire, hanno disperato bisogno di riaprire prima delle date fissate dal Governo – dichiara Maria Luisa Coppa presidente Confcommercio Piemonte e Ascom Torino. Se restano chiusi negozi, ristoranti, bar e mercati non alimentari, buona parte delle merci prodotte dalle industrie italiane ben difficilmente potrà essere venduta e consegnata al consumatore finale. Per tutti questi motivi è anche fondamentale che le misure di sostegno finora promesse si concretizzino in veri aiuti per le aziende che rappresentiamo e per i loro dipendenti.” 

Prosegue intento la mobilitazione delle imprese che da domenica sera continuano ininterrottamente a manifestare tramite le Ascom la loro indignazione, mista ad un senso di smarrimento, per l‘indifferenza che ancora una volta il Presidente del Consiglio ha mostrato per la loro sorte. Anche a Torino infatti continuano le iniziative di protesta. Dai cartelli esposti sulle saracinesche (Fateci riaprire ora per non chiudere per sempre!) per i negozi che dovranno attendere fino al 18 maggio e per ristoranti e bar per i quali il rinvio è stato al 1° giugno, all’iniziativa social #fasedueanchepernoi! che vede unite le imprese del commercio, del turismo, dei servizi, dei trasporti ed i professionisti, per rivendicare la prosecuzione della cassa integrazione per i dipendenti, con richiesta di maggiore celerità, moratoria fiscale per i prossimi mesi, estensione del credito d’imposta ad uffici, magazzini ed alberghi, promozione turistica, sostegno all’e-commerce per le micro e piccole imprese, regolamentazione delle piattaforme online.