A fine 2019 si prevede che saranno nate 9.777 nuove imprese, a fronte della cessazione di 9.829 imprese, per un saldo negativo tra iscrizioni e cessazioni pari a -52 imprese (+1.280 del terziario, -1.332 degli altri settori). Il dato è influenzato dal deterioramento delle imprese dell’industria, in calo da dieci anni a questa parte (-16% dal 2009), a fronte della sostanziale tenuta del terziario, che sembra aver retto meglio l’urto degli anni della crisi. Tuttavia, le imprese del terziario della provincia di Torino mostrano un calo della fiducia nei primi tre mesi del 2019.

A soffrire di più si confermano gli operatori di dimensione più piccola, spesso attivi nel commercio al dettaglio. Prosegue il rallentamento della dinamica relativa all’andamento dei ricavi, il cui trend sembra destinato a rimanere tale in vista dei prossimi mesi. Anche in questo caso, sono prevalentemente i piccoli operatori del commercio al dettaglio ad evidenziare le maggiori difficoltà. Tiene il comparto del turismo. Segnali positivi dal punto di vista occupazionale, mentre diminuisce la quota di imprese capaci di far fronte al proprio fabbisogno finanziario. In questo scenario, torna centrale il rapporto banca-impresa: cala la quota di coloro che si apprestano a chiedere credito e diminuiscono le risposte positive.

In un contesto in cui l’informazione corre sempre più veloce, le imprese del terziario di Torino si mostrano piuttosto attente alla pianificazione di specifiche strategie comunicazionali verso i propri clienti. Un quarto di esse è solito redigere veri e propri piani di marketing, finalizzati a identificare nuovi clienti e fidelizzare quelli già esistenti. Il 37% ha realizzato campagne di comunicazione tramite canali digitali, segno della capacità degli operatori del territorio di mantenersi “al passo” con i tempi. La comunicazione digitale è giudicata “più immediata” di quella tradizionale, e otto imprese su dieci ritengono che il sito web o i social aziendali possano assicurare un aumento della visibilità, rappresentando un vero e proprio canale di comunicazione.

Tuttavia, resta molto spesso un’incognita l’identificazione della risorsa alla quale affidare il compito di aggiornare i canali di comunicazione aziendale (nel 65% dei casi si tratta di una risorsa interna prestata a tale attività). La mancanza di risorse adeguatamente qualificate per ricoprire tali ruoli si configura spesso come un reale ostacolo allo sviluppo delle imprese. Questi, in sintesi, i principali risultati che emergono dalla ricerca sulle imprese del terziario della provincia di Torino, realizzata da Ascom Confcommercio Torino in collaborazione con Format Research.Imprese.

A soffrire di di più sono le imprese più piccole, soprattutto nel commercio al dettaglio. “L’indice di fiducia ha dati peggiori dell’economia reale – dice Maria Luisa Coppa, presidente di Ascom Torino – è un effetto psicologico, dettato da fattori mediatici e dal clima di incertezza politica pre-elettorale. Il calo della fiducia è un segnale allarmante, che può precedere una flessione negli investimenti”. Segnali positivi dall’occupazione, ma “si tratta per di più della stabilizzazione dopo i jobs act”, precisa Coppa.