Presentati oggi i dati dell’indagine sulle spese delle famiglie torinesi, realizzata dalla Camera di commercio di Torino con il supporto metodologico del prof. Luigi Bollani, docente di statistica sociale presso l’Università degli Studi di Torino.
Monitorati quest’anno gli acquisti di 230 famiglie, residenti in città o nei comuni limitrofi, rappresentativi dell’intera popolazione torinese. Ad ogni famiglia è stato richiesto di compilare un libretto di acquisti, conservare gli scontrini fiscali e rispondere ad un questionario su abitudini e preferenze di acquisto.
Per il secondo anno, secondo l’analisi di Camera di commercio sui consumi 2016, la spesa dei torinesi aumenta, ma senza la concessione a sfizi, arrivando a sfiorare i livelli pre-crisi. Oltre il 50% però è legato ai costi dell’abitazione, il cui peso in 20 anni è salito del 14%. Sul fronte alimentare i consumi si sono fatti più ‘sani’, con aumenti di frutta, verdura e pesce. Aumentano i pasti da asporto e quelli consumati fuori casa, ma anche gli acquisti di seconda mano e l’e-commerce.
L’effetto della crisi è ancora evidente su abbigliamento e calzature, consumi sanitari e culturali. Anche se il calo potrebbe essere in parte spiegato con il maggiore accesso a canali alternativi che offrono prezzi inferiori e con l’aumento di offerta culturale gratuita.
“La volontà di continuare a spendere – ha rimarcato Ilotte – c’è e si consolida. Ma rispetto a 20 anni fa si registra anche un forte calo delle famiglie che riescono a fare dei risparmi”.