Claudia Luise
La Stampa
Fatica a passare la sbornia della piazza di sabato. Tante energie, tanta forza ma soprattutto tante persone, più di quanto potevano auspicare le categorie produttive che per prime hanno denunciato «i tre schiaffi subiti dai torinesi: un rallentamento nel sistema culturale, il no alle Olimpiadi e poi la Tav», per dirla con le parole della presidente Ascom, Maria Luisa Coppa. Una piazza forte, che legittima richieste e prese di posizione nette. Le parole distensive della sindaca non bastano alle categorie, anzi, suonano come vuote. «La Città si è formalmente espressa sulla Tav, non credo ci sia molto da discutere», taglia corto il presidente della Camera di Commercio Vincenzo Ilotte. «Quindi non so bene di che cosa la sindaca vuole parlare. Oltretutto nella sua maggioranza mi sembra abbiano idee diverse, per cui non credo ci siano le condizioni per dialogare».
Posizioni nette e molto dure. Le categorie esigono segnali veri. «Dalla sindaca ci aspettiamo concretezza, non solo parole», spiega il presidente dell’Unione industriale Dario Gallina. Il leader piemontese di Confindustria, Fabio Ravanelli, alza il tiro: «Sarebbe utile se venisse revocato l’ordine del giorno votato in Consiglio comunale». Della stessa opinione è Maria Luisa Coppa che sottolinea le difficoltà di comunicazione con la prima cittadina: «Dall’amministrazione non abbiamo ricevuto nessun segnale, non bastano le parole adesso».
Campagna pro-Tav
Il prossimo passo è una imminente campagna a tappeto sulla città: «Spiegheremo perché la Tav è importante», annuncia Ilotte. Il primo momento sarà la partecipazione al dossier redatto da Paolo Foietta, commissario di governo della Tav, anche lui presente sabato in piazza come una ventina di sindaci dei Comuni toccati dall’opera che fanno parte dell’Osservatorio sulla Torino-Lione.
La pressione ora è tutta su Appendino. Il segretario provinciale della Cisl, Alessio Ferraris, le consiglia di uscire dall’angolo. «È la sindaca di tutti i torinesi, quindi se non può cancellare la mozione può ammettere che la sua posizione è diversa da quella della maggior parte dei cittadini e portare avanti le istanze della maggioranza». Uno spiraglio di dialogo esiste ancora, ma è molto esile.
Per Licia Mattioli è il tempo dell’orgoglio di essere torinesi. «Il segnale è stato fortissimo e ora – spiega – rappresentiamo la città e un pezzo di Paese che vuole essere europeo indipendentemente dalle connotazioni politiche». Il prefetto ha ascoltato questa e le altre istanze presentate dalla delegazione che ha ricevuto sabato e ha promesso di riportarle al governo. La palla, quindi, passa ai ministri competenti.
La mobilitazione
Intanto ogni singola associazione promette battaglia prima dell’appuntamento alle Ogr il 3 dicembre quando si ritroveranno i rappresentantanti nazionali di tutte le categorie. «La Cisl continuerà la sua azione in tutte le sedi di confronto e a ogni livello per far capire alla sindaca e a una parte del governo l’importanza nazionale della Tav. Auspico una forte iniziativa di tutto il sindacato confederale quanto prima», dice il segretario generale della Cisl Torino-Canavese, Domenico Lo Bianco. Coppa, per l’Ascom, annuncia a breve «una campagna di comunicazione per spiegare le nostre ragioni. Oggi più che mai – insiste – è importante che tutti capiscano e sappiano. Poi l’appuntamento è per il 3 dicembre». Gallina rilancia: «Il 28, con il presidente di Assolombarda, saremo a Genova per parlare di infrastrutture che riguardano il triangolo produttivo del Nord. Poi nelle prossime ore sentiremo i direttivi delle organizzazioni che hanno partecipato per organizzare l’evento nazionale del 3 dicembre».