Referendum, delibera di iniziativa popolare o ricorso contro la delibera sulla ZTL della Giunta Appendino. Tre le ipotesi sul tavolo, dal fronte dei commercianti torinesi, per affrontare e superare la questione della Ztl nella sua versione più estrema, con tanto di ticket di ingresso ed orario esteso.

E’ questa la sintesi dell’incontro che si è tenuto oggi in Ascom Torino con i capigruppo dei partiti di minoranza in Consiglio comunale per mettere a punto insieme alle altre categorie, Confesercenti e le Associazioni di via, la strategia migliore per contrastare le decisioni in uscita dal Comune: tre le ipotesi un sostegno al referendum, una raccolta di firme per una delibera di iniziativa popolare, infine il ricorso al Tar.

“Non è mai successo prima d’oggi di non parlare con la maggioranza ma con le minoranze – sottolinea Maria Luisa Coppa, presidente di Ascom Confcommercio Torino e provincia , forse perché erano maggioranze che avevano piacere di parlarci”. “Sono venute fuori la solidarietà, ma anche proposte condivise per cercare la strada più opportuna per creare difficoltà all’amministrazione sul tema Ztl e ticket di ingresso da 5 euro”.

Ma non solo: “Ci sono anche altri argomenti che hanno alzato una barriera tra questa amministrazione e la città – prosegue Coppa -. Dalla tragedia del 3 giugno in piazza San Carlo in poi, un giorno triste e fatidico accompagnato anche dai no a TAV, Olimpiadi e ora al Salone dell’auto. Non c’è immedesimazione con questa amministrazione”. Che fare dunque con la Ztl? “C’è chi pensa a referendum, chi a iniziativa legislativa popolare, che forse a meno vincoli e richiede un iter meno lungo rispetto a referendum” dichiara la presidente Coppa .

“C’è poi l’ipotesi di impugnare la delibera che rischia di creare danni alla città e ci siamo offerti di fare da coordinatori per evitare simboli di partito e rendere neutra qualunque iniziativa si voglia proporre. La nostra impressione è che non solo noi commercianti, ma tutta la città non si riconosca più in questa guida amministrativa, conclude la presidente Maria Luisa Coppa