Business Insider – Marco Cimminella
Manca davvero poco al lancio della lotteria degli scontrini e non mancano i problemi. Perché sembra molto difficile far partire le riffe di stato dal primo gennaio del 2020, come auspicato dall’esecutivo. Almeno secondo le imprese, che dovranno garantire la partecipazione del cittadino trasmettendo i dati relativi all’Agenzia delle entrate. “Bisogna adeguare i registratori di cassa alle disposizioni di legge in poche settimane. Ma si tratta di un processo complesso, che può richiedere mesi”, spiega a Business Insider Italia Albino Russo, direttore dell’Associazione nazionale cooperative di consumatori. Che continua: “I costruttori devono prima fare le modifiche alle macchine, poi testarle. E infine bisogna anche istruire i lavoratori. Fare tutto in un mese è impossibile, peraltro alle soglie del periodo natalizio, quando i punti vendita sono oberati di lavoro per la stagione commerciale più impegnativa dell’anno”.
La lotteria degli scontrini, pensata per contrastare l’evasione fiscale, era stata introdotta con la legge di Bilancio 2017 dall’esecutivo Gentiloni ma mai effettivamente realizzata. Il governo giallo rosso ha deciso di riproporla con l’obiettivo di incentivare l’utilizzo della moneta elettronica. Il meccanismo è semplice: gli acquisti danno diritto a un ticket per partecipare a delle estrazioni dove sono messi in palio diversi premi. Eppure, alcuni ostacoli potrebbero danneggiare l’efficacia del provvedimento.
Un primo dubbio riguarda i nodi strutturali che limitano l’operato dell’agenzia delle entrate: vale a dire, le debolezze tecniche di un’amministrazione finanziaria non ancora in grado di analizzare la mole di informazioni che si verrebbe a creare con il previsto aumento degli scontrini emessi, come aveva spiegato a Business Insider Italia Alessandro Santoro, professore di Scienza delle Finanze all’Università degli Studi di Milano Bicocca. Ma ancora prima del processo di raccolta e analisi dei dati, c’è un altro problema da affrontare. Quello dell’invio delle informazioni necessarie a partecipare alla riffa.
“Commercianti, artigiani, cooperative e grande distribuzione non sono ancora pronti a soddisfare l’aspettativa del cliente che si aspetta di poter ottenere i biglietti della lotteria già dal prossimo gennaio. Non hanno ancora avuto il tempo di adeguare i registratori di cassa e si tratta di un’operazione complicata che non si può completare certo tra novembre e dicembre”, sottolinea Albino Russo, che ricorda come la circolare dell’agenzia delle entrate, che definisce le modalità di trasmissione dei dati, sia stata diffusa solo il 31 ottobre.
“Abbiamo bisogno di tempo per adeguarci alle disposizioni di legge perché è una faccenda molto complessa”, precisa il direttore di Ancc-Coop. Che spiega: “I tecnici hanno detto che prima bisogna sistemare gli hardware, in sostanza le casse e i server che devono trasmettere le informazioni alle autorità competenti. Poi adeguare i software, necessari a gestire i dati. A quel punto, bisognare testare il tutto e certificare che funzioni. Solo dopo una fase di laboratorio, le casse telematiche potranno essere adottate nei punti vendita”. La difficoltà maggiore risiede nella mole delle informazioni da registrare, trattare e inviare. Questo perché, secondo Albino Russo, il volume dei dati è di gran lunga superiore a quello della trasmissione dei corrispettivi: “Con i corrispettivi si invia sostanzialmente un dato riassuntivo delle vendite. In questo caso, invece, bisogna trasmettere i singoli scontrini associati a un codice identificativo del consumatore”.
Come si legge nel provvedimento dell’Agenzia delle entrate, per concorrere all’estrazione è necessario che i consumatori, al momento dell’acquisto, comunichino il proprio codice lotteria (assegnato dall’agenzia) all’esercente con la finalità di partecipare alla lotteria. Il registratore telematico genera il tracciato record composto da tutti i documenti commerciali corredati di codice lotteria dei clienti per poi trasmetterlo all’Agenzia delle entrate. “La procedura è molto complicata, basti pensare che solo Coop nei suoi punti vendita batte un milione e mezzo di scontrini al giorno. Se il consumatore arriva con un codice alfanumerico di 7 o 8 cifre, dovrà dettarlo ai cassieri o avere un codice a barre o una schedina in cui compare questo numero. Sono soluzioni possibili, certo, ma ci sono delle oggettive difficoltà da superare, anche dal punto di vista operativo: come la necessità di istruire il personale e informare i clienti nei vari punti vendita sul corretto funzionamento della lotteria”.
Un procedimento lungo, quindi, che richiederebbe più di un mese: “Non è complesso in sé, lo diventa quando si chiede agli operatori di adeguarsi alle norme in tempi così ristretti”, commenta Russo, che esorta l’esecutivo a posticipare l’avvio della riffa: “Crediamo che la lotteria sia uno strumento in più utile a combattere l’evasione fiscale, ma così è impossibile rispettare la legge, chiediamo ragionevolezza dei tempi. La soluzione più corretta e ragionevole sarebbe quella di prorogare di sei mesi l’obbligo della trasmissione telematica dei dati ai fini della partecipazione alla riffa, in modo che tutti, dai commercianti alla grande distribuzione, possano garantire questa possibilità a tutti i consumatori”.