La Stampa
Diego Molino
Pochi visitatori, locali pressoché vuoti anche all’ora di pranzo e incassi ridotti al lumicino, tanto che alcuni espositori non riusciranno nemmeno a coprire le spese sostenute per le bancarelle. È un Natale poco felice quello organizzato quest’anno al Cortile del Maglio, nel cuore di borgo Dora, una delle quattro aree prescelte dal Comune per i mercatini delle feste. Ed è proprio questa la scelta su cui tutti ora puntano il dito: quella di spezzettare gli eventi e moltiplicare i mercatini di Natale fra centro (piazza Castello e piazza Solferino) e periferia (Santa Rita), tagliando fuori proprio il luogo dove nel 2003 nacque il primo mercatino natalizio sotto la Mole.
Le bancarelle
Rispetto agli anni passati mancano le casette che trovavano posto all’esterno del Maglio. Dentro al complesso ieri erano pochi i torinesi a passeggio fra i banchi di oggetti artigianali e dolcetti, mentre nel fine settimana non si registrano più le presenze di un tempo. «Alla nostra prima partecipazione c’erano i cartelli per indirizzare il flusso di gente che veniva a trovarci, ora invece siamo già contenti quando vediamo arrivare un piccolo gruppo di persone» dice Enrico Giachino dalla sua bancarella di narrativa per bambini. A metà pomeriggio fra di loro c’è chi ha incassato appena qualche decina di euro.
Non va meglio agli artigiani che hanno scelto il Maglio per esporre le loro creazioni. Come Daniela Patrizi, alla sua quinta edizione, che vende borse e zainetti fatti a mano: «Per fortuna negli anni mi sono creata un bacino di clienti, altrimenti qua non verrebbe nessuno – spiega –. Quest’anno non si respira nemmeno l’atmosfera del Natale: il Comune non ha neanche pensato di mettere un alberello di Natale o qualche decorazione a tema». Annamaria Lidestri arriva addirittura da Catania e dipinge oggetti per la casa, idee regalo e stoffe: «E’ il primo e ultimo anno che verrò qua, dal 24 novembre a oggi ho incassato solo 500 euro e di sicuro prima della chiusura del mercatino non riuscirò a coprire le spese». Per molti una delle cause del flop è da imputare alla poca pubblicità fatta all’evento. «Servirebbe anche più selezione – dice Giovanni Serto, espositore romano –, qua dovrebbero esserci solo artigiani e invece ci sono tante bancarelle commerciali”.
Il Barattolo
Dal suo ristorante libanese Franco Trad, presidente del Cortile del Maglio, osserva sconsolato al di là delle vetrine: «E’ inutile spezzettare in questo modo i mercatini, così diventa troppo dispersivo – dice –. Senza contare che qua ogni sabato siamo danneggiati dalla presenza del suk del libero scambio, nonostante le promesse del Comune di spostarlo per riqualificare la zona».