La Repubblica
Vincenzo Borgomeo
E’ vero, già adesso il sistema di rifornimento delle auto è a prova di scimmia. Nel senso che bisogna proprio impegnarsi (forma diversa delle pistole, colori, tappi di sicurezza, ecc.) per mettere il gasolio nel serbatoio di un’auto a benzina o viceversa. Ma per essere ancora più sicuri ora si cambia, al distributore arrivano le etichette ‘green’, posizionate sia sugli erogatori che sui tappi dei serbatoi.
Una svolta per chi ha vecchie auto (lì i bocchettoni “bevono” tutto) e per chi arriva dall’estero perché adesso è ancora più difficile sbagliare carburante: su pompe di rifornimento e attacco del serbatoio si sono bollini di forma circolare per la benzina, quadrata per il diesel e di rombo per i combustibili gassosi. Non solo, ci saranno anche rispettivamente la lettera ‘E’, la ‘B’ (più un eventuale numero ad indicare la loro percentuale ‘ecologica’), e LPG (il Gpl, o altre sigle).
Questo complica un po’ le cose perché quel numero – ad esempio per la benzina – indica la percentuale di etanolo contenuta (E5, E10 o E85, quindi 5, 10 o 85% di combustibile ‘verde’). Ma è l’applicazione letterale del regolamento europeo 2014/94, recepito in Italia con un decreto legislativo del 2017.
Comunque in Italia la benzina addizionata con etanolo non esiste, quindi per noi si tratta dell’ennesima (e folle…) complicazione perché l’unica sigla che vedremo sarà la ‘E’. Va detto poi che le vecchie auto non si dovranno adeguare e potranno continuare a circolare senza nessuna indicazione nei pressi del bocchettone di rifornimento.
E veniamo al diesel: su pistole e bocchettoni potremmo leggere B7 o B10, che sono sigle riferite ai contenuti di biodiesel (rispettivi del 7 e del 10%), mentre XTL è invece la sigla del gasolio sintetico non derivante dalla raffinazione del greggio.
I carburanti gassosi verranno indicati con H2 per l’idrogeno (questo non lo leggeremo mai, per ora in Italia c’è un solo distributore) e in CNG per il gas naturale compresso, mentre LPG è il Gpl e LNG il gas naturale liquefatto.
Tutte sigle che non cambieranno ovviamente di una virgola il comportamento degli italiani dal distributore. Basti dire che il biodiesel da noi c’è da 20 anni ma che non lo vuole nessuno: costa di più e questo basta per stroncare la sua distribuzione. Alla faccia dell’attenzione per l’ambiente.