La Stampa
Diventa sempre più complicato e oneroso organizzare le sagre e le feste di paese. Perché, da adesso, i volontari delle associazioni di Protezione civile – 450 in Piemonte – non potranno più essere impiegati per i servizi di sicurezza e di ordine pubblico ad esclusivo appannaggio dei professionisti. Rilegati in attività di assistenza al pubblico e di organizzazione, e senza usare i loghi della stessa Protezione civile. Ovvero, non dovranno più essere utilizzati per regolare il traffico o vigilare sulle aree interessate da un evento, per esempio.
Cosa è successo? Dopo la circolare Gabrielli dello scorso anno, che esige dei piani di sicurezza dettagliati per qualunque manifestazione, lieviteranno ancora i costi per allestire una festa e pure le responsabilità per i sindaci, soprattutto dei piccoli centri. Insomma, «una batosta» come l’ha definita il primo cittadino di Viù, Daniela Majrano, alle prese con l’organizzazione della storica Fiera di San Martino di inizio novembre, che attira in valle oltre 10 mila persone. «Stiamo lottando contro una burocrazia che non ha più senso, io sono costretta a redigere un’ordinanza dietro l’altra – ammette la Majrano – e a fare i conti con un bilancio che è ridotto all’osso e non ci lascia margini di manovra». Anche per questo Marco Bussone, presidente nazionale dell’Uncem, ha chiesto al Dipartimento nazionale della Protezione Civile «che sia permesso ai sindaci di attingere all’avanzo di amministrazione bloccato e la spesa per i piani e i sistemi organizzativi degli eventi venga scomputata dal pareggio di bilancio». Continua: «Le associazioni locali sono sempre più in difficoltà: per questo servono più risorse e più addetti formati».
Per l’ingegner Sandra Beltramo, al vertice della Protezione civile e Aib del Piemonte, la questione è molto semplice. «Anche se le manifestazioni devono essere valutate una per una perché hanno caratteristiche completamente diverse, diciamo che i volontari hanno sempre svolto una preziosa attività di supporto – precisa -. E sarà ancora così, ma ognuno avrà un suo ruolo ben definito. Un volontario non può certo sostituirsi a un’agente di polizia per regolare il flusso veicolare o mettersi a fare le multe». Intanto, c’è già chi si è portato avanti. Come il sindaco di Robassomero, Antonio Massa. «Da tempo abbiamo deciso di far gestire la viabilità a vigili urbani e carabinieri, in base alla loro disponibilità. E per pagare gli straordinari abbiamo attivato dei fondi dedicati».
Il sindaco di Pinerolo, il pentastellato Luca Salvai non ha dubbi. «Bisogna differenziare gli eventi, non si possono applicare gli stessi criteri per una polentata in montagna o per un appuntamento che richiama migliaia di persone in una città». Anche il primo cittadino di Carmagnola, Ivana Gaveglio – nel bel mezzo della Sagra del Peperone che richiama in media 250 mila visitatori – ne è convinta: «Noi siamo un grande Comune che può attrezzarsi e adeguarsi alle nuove normative sulla sicurezza, ma non è così per i piccoli paesi, dove le feste restano comunque tradizioni importanti».