Si va verso l’abolizione dello spesometro, del redditometro e dello split payment ma senza che arrivi per ora la fatturazione elettronica: nel decreto dignità che il Governo sta mettendo a punto dovrebbero essere cancellati i vecchi indicatori di rischio per gli accertamenti fiscali che, ha detto il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, “hanno solo vessato le imprese” in assenza però già da quest’anno degli strumenti che avrebbero dovuto sostituirli nel 2019 come la fatturazione elettronica tra privati.
Nel decreto, primo provvedimento del Governo gialloverde, dovrebbero andare varie misure tra le quali il divieto di pubblicità sul gioco d’azzardo, una stretta sui contratti a termine, norme di freno alle delocalizzazioni e il rinvio al primo gennaio della fattura elettronica per i benzinai in caso di vendita a titolari di partita Iva che doveva scattare il primo luglio.
La parte del decreto sul contrasto alla precarietà dovrebbe limitarsi ai contratti a termine (sui rider al momento è aperto un tavolo di confronto e quindi il tema è stralciato) con una stretta sui rinnovi che dovrebbero ridursi rispetto ai cinque attuali e con la reintroduzione della causali, probabilmente non per il primo contratto ma solo a partire dal primo rinnovo.
Sembra escluso invece un appesantimento dei costi per le aziende che stipulano contratti a termine, misura difficilmente digeribile per una parte della maggioranza. Resterebbe quindi solo l’aliquota aggiuntiva dell’1,4% che serve per finanziare la Naspi mentre dovrebbe restare il limite a 36 mesi per l’insieme dei contratti a tempo in capo a una sola persona.
Il decreto dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri nei prossimi giorni e contenere anche un potenziamento degli ammortizzatori sociali per le aziende con più di 100 dipendenti nelle zone ex terremotate.
Dovrebbe inoltre prevede una misura contro le delocalizzazioni. Se un’azienda riceve contributi pubblici deve restituirli in caso di decisione di spostamento della produzione all’estero in tempi brevi. Spesometro, redditometro e split payment – ha affermato di Maio – sono “strumenti che hanno solo vessato le imprese” e quindi saranno aboliti.
“A questo si aggiungono – ha concluso – una norma forte sulle delocalizzazioni, una norma forte sul gioco d’azzardo per quanto riguarda la pubblicità e una norma forte per la precarietà dei giovani agendo sui contratti a tempo determinato”.