Chi non conosce il Mercato Centrale di Firenze può visitare il suo sito internet ed accorgersi immediatamente dello scarto in avanti rispetto ai mercati tradizionali: http://www.mercatocentrale.it/

 

Ora lo stesso gruppo sbarca a Torino, aggiudicandosi il Palafuksas a Porta Palazzo, come riportato dall’articolo de La Repubblica che proponiamo poco sotto. Si tratta di un format nuovo per la Città e pur definendosi “mercato” non sarà composto da ambulanti. Questo modello, tutto da verificare nella tenuta commerciale, pone comunque una serie di riflessioni sul futuro dei mercati e sulla loro capacità di riorganizzarsi per soddisfare le esigenze della clientela. Già oggi comunque possiamo avere una certezza: se dopo il “Banco Fresco” un anno fa e ora il “Mercato Centrale” sono arrivati a Torino, questo significa che i preliminari studi di fattibilità e le analisi commerciali indicano che la “piazza” torinese è contendibile ai mercati. E se è contendibile, significa che i mercati stanno sbagliando qualcosa di importante. Gli orari? La bassa professionalità? L’assenza di servizi collegati alla vendita? La mancanza di coordinamento fra operatore e operatore? Certamente sì, ma prima ancora di questo manca la base su cui costruire il futuro: il senso di coesione e di appartenenza al proprio mercato e la capacità di avere una prospettiva più commerciale e di gruppo.

 

La Repubblica – Diego Longhin

 

“Il Palafuksas? Mi emoziona”.Parola di Umberto Montano. L’inventore del Mercato Centrale Firenze, poi trasformato negli spazi della stazione Termini nel Mercato Centrale Roma. Ora uno dei pionieri del food business della Toscana si è aggiudicato il padiglione dell’abbigliamento di Porta Palazzo. Struttura che non è mai decollata, che è rimasta nell’oblio ed è finita al centro di critiche anche per lo stile architettonico. Montano, invece, nella “Lampada di Aladino” di piazza Della Repubblica vede del bello. “Non sto scherzando. Sono serio. Non immagini come è oggi, ma illuminato, tenuto bene, pulito. Non so come dire. Sarà una figata. Il PalaFuksas non è mai nato, saremo noi a farlo nascere”. Il Mercato Centrale Firenze si è aggiudicato la gara.

Se tutto verrà confermato e se le autorizzazioni verranno concesse in tempi rapidi, dopo l’estate dovrebbero iniziare i lavori di restyling del PalaFuksas. Ed entro la fine dell’anno parte del complesso potrebbe già riaprire con la nuova formula: un polo del gusto, al piano terreno, dedicato ai prodotti del territorio torinese e piemontese. I negozi che rimangono si sposteranno al primo piano: “Noi vogliamo fare il Mercato Centrale Torino, il Mercato Centrale di Porta Palazzo, collaborando con tutti, in primo luogo con gli operatori del mercato, interni ed esterni al Palatino. Certo, l’identità dei commercianti che stanno dentro lo stabile va attualizzata”, sottolinea Montano. All’interno del mercato dell’abbigliamento, intervento inaugurato nel 2005, un anno prima dei Giochi del 2006, ci saranno anche spazi per manifestazioni e attività culturali. Aprirà anche il parcheggio sotterraneo: 55 posti a disposizione del pubblico. Gli altri solo per le attività commerciali. “Il PalaFuksas è stato il mio primo e unico amore a Torino”, racconta Montano.

L’idea di sbarcare sotto la Mole a Montano è balenata poco dopo l’inaugurazione del polo nel mercato coperto di San Lorenzo. I primi sopralluoghi con l’amministrazione Fassino. Tutto poi è andato a rilento, anche per la rigidità degli operatori, ora la gara e l’offerta vittoriosa del “Mercato”: 1 milione e 100 mila euro. “Ci abbiamo lavorato tanto, dobbiamo ringraziare l’amministrazione comunale guidata da Appendino per come ha lavorato. Molto bene”, sottolinea Montano.

Come sarà il PalaFuksas nella nuova versione? “Un luogo connesso con la città, nessun progetto può funzionare se non è in sintonia con l’ambiente chelo circonda, vanno da subito stabilite le relazioni per portare i bravi artigiani del cibo di Torino e dintorni a Porta Palazzo, costruendo sinergie con ciò che ci sta attorno”.

Anche il Mercato Centrale Porta Palazzo nasce per valorizzare la cucina italiana declinata a livello piemontese. “Questo non vuol dire che non ci possano essere influenze esterne. A Firenze abbiamo i migliori ravioli cinesi, a Roma i migliori ramen. A Torino non escludo di poter avere il miglior kebab”.

Ora Montano si trasferirà a Torino per sbrigare tutte le questioni burocratiche, dalle autorizzazioni dei vigili del fuoco ai permessi dell’Asl. Dopo gli ok burocratici ci sarà lo svincolo della somma con cui si è aggiudicata la gara, 1 milione e 100 mila euro, e potranno iniziare i lavori. “Nel frattempo voglio inaugurare un salotto immaginario con i torinesi”. E indica alcuni nomi, come Michele Denegri, patron del Cambio, che nel vecchio comando dei vigili del fuoco di corso Regina, abbandonato da anni, aprirà l’ostello Combo Host . “Il mercato è aperto, accoglie chiunque, deve essere alla portata di tutti”, dice Montano che vorrebbe poi parlare con i giovani artisti, futuri ospiti degli spazi nel Palatino, o con il suo amico Rocco Papaleo, che si è trasferito a Torino. E, perché no, anche con Fuksas per confrontarsi sul come accendere finalmente la “Lampada di Aladino”