ANDREA ROSSI
LA STAMPA

Da un pezzo è una consuetudine: nei mercati di Torino, con rare eccezioni, i posti sono sempre superiori ai banchi effettivamente installati. La scena talvolta è un po’ desolante: ambulanti piazzati a metri di distanza uno dall’altro con spazi vuoti nel mezzo. La dimostrazione plastica di un comparto in difficoltà.

Ecco perché il Comune ha deciso di intervenire. E di provare a riplasmare le aree mercatali, compattandole. I banchi esistenti cambieranno di posto fino a ritrovarsi uno accanto all’altro, così da dare al mercato un aspetto diverso, più razionale e ordinato. Nei mesi scorsi l’assessore al Commercio Alberto Sacco e i tecnici di Palazzo Civico hanno passato al setaccio i 32 mercati di Torino e le dieci aree di copertura commerciale. «Abbiamo incontrato gli ambulanti, ascoltato le loro proposte e formulato le nostre», spiega Sacco.

 

I BANDI
Ne è venuto fuori un percorso condiviso che si fonda sulla messa a bando dei posti di ciascun mercato un po’ in affanno. Funziona così: il Comune mette sul piatto i posti esistenti e verifica quanti ambulanti effettivamente vogliono il posto fisso in quel mercato. Su questa base può riorganizzare gli spazi sistemando i banchi uno accanto all’altro. I mercati diventeranno più piccoli ma compatti.

Il primo bando è stato chiuso in piazza Santa Giulia. In via Di Nanni la procedura è in corso e si chiuderà verso fine settembre: il mercato sarà compattato verso la chiesa, verrà mantenuta una sola fila di bancarelle. Anche in via Don Grioli il bando è in corso. In via San Secondo, invece, verrà soppressa una ventina di posti. Infine, in corso Taranto, il riassetto è già cosa fatta: i posti sono stati ridotti da 84 a 60.

 

LA CRISI
«Dove è stato possibile perché c’era l’accordo di tutti, abbiamo ridisegnato i mercati», spiega Sacco. «Altrimenti si è indetto il bando». La procedura riassegna i posti in base all’anzianità degli ambulanti.

La scelta del Comune è quasi obbligata. I mercati non sono più quelli di un tempo. I 5800 posteggi disponibili sono troppi,: a seconda dei giorni, tra mille e duemila posteggi restano vuoti. È un effetto della crisi che ha colpito anche la categoria degli ambulanti. Dei 5800 posti, circa 3800 sono dati in concessione a chi fa il posto fisso. Ne restano 2 mila, da destinare ai 7 mila mercatali con licenza ma senza posto fisso. Ebbene, non capita mai che i posteggi siano tutti pieni, anzi, uno su cinque di solito resta sguarnito.

 

LO STUDIO
Del resto, tre anni fa uno studio commissionato dalla Città al Politecnico ha dimostrato come i mercati vadano ripensati: uno su quattro non è più in grado di sopravvivere, gestirlo costa molto più di quanto rende. Secondo il Politecnico, undici mercati non hanno più ragione d’esistere: la città, tra spese di pulizia e gestione, ci perde più d’un milione l’anno. Il lavoro che l’assessorato sta portando avanti serve anche a evitare soluzioni drastiche tentando un rilancio.

 

E in questa chiave va letta anche la sperimentazione che dall’autunno coinvolgerà almeno un mercato. «Gli ambulanti, anziché pagare una quota annua per la concessione, pagheranno giorno per giorno, ma solo quando effettivamente montano il banco», annuncia Sacco.