I segnali che il modello distributivo dei mercati non fosse più adeguato alle richieste della clientela sono cresciuti negli ultimi anni e ogni ambulante ha potuto rendersene conto. Ora, a confermare la situazione, ci sono anche i dati che provengono dallo studio annuale della Camera di Commercio, sulle abitudini di spesa delle famiglie torinesi. L’aspetto più significativo riguarda il settore trainante dei mercati, ovvero l’ortofrutta, che quest’anno si ferma al 42,7% nelle preferenze d’acquisto dei torinesi, venendo superato per la prima volta in assoluto dalle vendite di Super/Ipermercati che guadagnano in un solo anno 3 punti, raggiungendo il 43% e ponendosi come il primo canale di vendita di frutta e verdura alle famiglie.

 

Lontanissimo appare così lo scenario del 2003, in cui i mercati vendevano il 70% di ortofrutta e la Distribuzione organizzata si fermava al 14. Evidentemente in questi anni, a pesare fortemente sulle scelte dei torinesi, non è stata la qualità dei prodotti offerti dai mercati, che era ed è rimasta altissima, ma il servizio in termini di orari, di professionalità, di consegna delle merci e di attrattiva tout court dei mercati. Inutile ribadire che se crolla il settore alimentare, crollano i mercati, ma proprio per scongiurare questo scenario è adesso il momento di assumere decisioni in radicale discontinuità con un modello che non garantisce più la sopravvivenza.