PAOLO COCCORESE
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Mezz’ora prima dell’inizio della consegna, sono una decina le persone in coda per portarsi a casa, gratuitamente, una parte dei 550 chili di frutta e verdura ammaccata e annerita, ma ancora buona da mangiare, che ieri le Sentinelle dei rifiuti hanno salvato dall’immondizia.
«Mi scusi, si sposti più in là. Non deve appoggiare nulla sul banco e non ostruisca il passaggio. Abbiamo già avuto lamentele», dicono i volontari del «Progetto Organico» che vuole migliorare la raccolta differenziata del mercato di Porta Palazzo contribuendo ad aiutare le persone in difficoltà. Da qualche giorno, oltre a ritirare le cassette dell’invenduto dagli operatori, i volontari, al 90% richiedenti asilo, provano in ogni modo a smistare i «raccoglitori» che ogni giorno si ritrovano verso le due in piazza della Repubblica, dove una parte degli ambulanti si è scagliata contro l’iniziativa solidale. Arrivando a chiederne la chiusura.
Erica Carnevale, responsabile del progetto lanciato da Eco della Città, parla apertamente di mobbing. «Un ambulante ha provato anche a ribaltarci il banco– spiega -. Alcuni non ci vogliono, dicono che gli facciamo concorrenza, che ostruiamo lo smontaggio». Scaramucce note al comando della Polizia Municipale. Gli agenti sabato sono intervenuti per riappacificare una convivenza difficile. Nella piazza più grande di Torino non sembra esserci abbastanza posto per tutti. Giuseppe P., ambulante, chiede che il banco della raccolta dell’invenduto sia spostato. «Quando inizia la consegna, si radunano 50 persone che impediscono di caricare i camion. È un problema di concorrenza? Anche».
Il «Progetto Organico» lavora su più fronti come spiega l’ideatore, Paolo Hutter. «Recuperando e ridistribuendo l’invenduto si favorisce l’integrazione dei volontari, richiedenti asilo, si mantiene un legame sociale con chi cerca cibo, si riducono rifiuti e sprechi. Per questo il Comune ci ha dato un banco». Ad aiutare chi è in difficoltà ci sono volontari come Mussa, profugo del Mali. «Col volontariato restituisco qualcosa al paese che mi sta aiutando».