Ieri la Camera di Commercio di Torino ha diffuso l’annuale indagine sulle abitudini di spesa delle famiglie torinesi. Questo studio comprende naturalmente gli acquisti effettuati sui mercati e i dati diffusi indicano un trend preoccupante ma chiarissimo: la maggioranza dell’ortofrutta non è più comprata sui mercati, che continuano a perdere clienti.
Infatti, le percentuali assolute di prodotti ortofrutticoli comprati dai torinesi sui mercati sono in forte calo nel corso degli ultimi tre anni: 57%, 47%, 43%.
Se il settore dell’ortofrutta, autentico volano per le aree pubbliche, perde fette così importanti di mercato (per inciso, tredici anni fa oltre il 60%) il destino che ci attende è facilmente intuibile.
A ciò si aggiunge che solo il 9,8% delle famiglie torinesi sceglie i mercati per gli acquisti alimentari e non alimentari, contro il 46,6% di Super e Ipermercati e che i mercati hanno i clienti più anziani e il minor numero di famiglie fra i proprie clienti.
Con questo andamento si sta realizzando un’autentica rivoluzione delle modalità di acquisto dei torinesi, che evidentemente compiono le proprie scelte sulla base di prodotti e servizi che gli ambulanti non stanno offrendo.
Da tre anni, Fiva ha portato avanti una serie di proposte da sperimentare sui mercati per rende più attrattive le aree pubbliche: cambio di orari, somministrazione, introduzione di prodotti attualmente assenti, formazione professionale, marketing, inserimento dei mercati nei percorsi turistici e gestione diretta delle aree. Nel 2015, di concerto con la Città di Torino, è stato sottoscritto un protocollo d’intesa per giungere a tali obiettivi, ma nei mesi successivi una buona parte della Categoria ha lasciato cadere le proposte.
Oggi invece i dati certificano un immobilismo che rischia di essere fatale, poiché si stanno colpevolmente tralasciando le richieste dei consumatori, portando invece avanti idee marginali e insussistenti come il voucher giornaliero (che significa accettare la precarizzazione del settore), la pulizia dai rifiuti da parte degli operatori (è dal 1985 che a Torino è obbligatorio lasciare pulita l’area…) o la litania infinita dell’uscita dalla Bolkestein quando c’è campagna elettorale.
Se la Categoria non si renderà presto conto di quale strada ha imboccato, favorendo paradossalmente la Grande Distribuzione, Fiva non resterà inerme, ma al contrario perseguirà tutte le scelte indispensabili alla sopravvivenza ed al rilancio dei mercati.