La prima versione della Bolkestein, quella del 2009, prevedeva il bando pubblico senza alcun riconoscimento all’anzianità di esercizio. A fronte delle richieste di Fiva e Anva per l’esclusione dalla Direttiva della Categoria degli ambulanti, il Presidente della Commissione a Bruxelles, Michel Barnier aveva risposto che ciò non era possibile.
A quel punto si presentavano due alternative: contrastare a oltranza l’applicazione della norma (come hanno fatto gli stabilimenti balneari, ai quali però oggi tocca la versione più dura, senza alcuna garanzia per il futuro) oppure sedersi al tavolo del Ministero e individuare un modo che riconoscesse a tutti i diritti. Con l’intesa del 2012 sono stati sanciti i principi di rinnovo delle concessione che, in buona sostanza, riconoscono agli operatori, in regola con i pagamenti di suolo pubblico e raccolta rifiuti, un punteggio tale da non poter in nessun modo perdere l’autorizzazione.
Oggi quindi, a un anno dall’impegnativa procedura amministrativa di rinnovo che dovranno gestire i Comuni (20mila nella sola città di Torino), mettere in discussione le modalità di rinnovo delle concessioni è un rischio che la Categoria non può davvero permettersi. Tanto meno sollecitare l’Europa per l’ipotesi di esclusione, perché se dovessero essere annullati i criteri di anzianità, la Categoria semplicemente sparirebbe.
Questo è il momento di portare a casa il rinnovo delle concessioni e di comprendere che certe battaglie, seppur lecite in sé, devono sapersi fermare davanti ad un rischio inaccettabile. Scherzare ora con la Bolkestein significa mettere in pericolo 16mila ambulanti nel solo Piemonte, cosa di cui la Categoria davvero non sente il bisogno.