Pubblichiamo l’articolo de La Stampa che riporta la notizia del Disegno di Legge regionale sulla caccia, in cui è prevista la commercializzazione dei capi abbattuti. Tale apertura faciliterebbe anche i commercianti nel porre in vendita prodotti apprezzati ma poco presenti nel circuito tradizionale della macellazione.
(Alessandro Mondo)
Svolta sulla caccia. Ieri la giunta regionale, su proposta dell’assessore Giorgio Ferrero, ha approvato il disegno di legge archiviando un record poco edificante: il Piemonte era l’unica regione italiana a non avere un provvedimento in materia che declinasse in chiave locale quello nazionale, con tutti gli equivoci, le polemiche e i ricorsi del caso. Parecchie le novità sulle quali si dibatterà in commissione e poi in Consiglio, ultimo approdo della legge per il via libera definitivo. Non solo: alcune delle norme saranno dettagliate dalla giunta, in termini di applicazione pratica, con un successivo regolamento.
«La vecchia legge era stata abrogata per evitare il referendum e non era più stata sostituita – ricorda Ferrero -. Un vuoto legislativo rilevante in un settore che nella nostra Regione conta 22 mila cacciatori e 133 aziende faunistico-venatorie».
Prove di tiro
Per i cacciatori che praticano la caccia di selezione, altra cosa dalla caccia ordinaria e dai piani di controllo, viene introdotto l’obbligo di una prova di tiro seguita dal rilascio di un attestato con validità semestrale. Obiettivo: aumentare i margini di sicurezza. Dalla Regione precisano che le prove di tiro, già previste in Francia e Germania (dove la validità del documento è più ridotta), dovranno essere svolte nei poligoni autorizzati. Il costo dell’attestato dovrebbe aggirarsi sui 20-25 euro.
Il ruolo dei cani
Previsto l’ampliamento delle tipologie delle zone per l’addestramento, l’allenamento e le prove dei cani ausiliari.
Caccia con i rapaci
È un’altra delle novità del provvedimento: la possibilità di addestramento, allenamento e prove per i rapaci da caccia (essenzialmente falchi).
Fauna alpina tutelata
Tutelate le specie della tipica fauna alpina censite e ritenute particolarmente a rischio – lepre variabile, pernice bianca, coturnice, gallo forcello, starna, fagiano – e per altri volatili tutelati dalla direttiva comunitaria. Nella stessa ottica non sarà possibile introdurre starna e fagiano sopra i mille metri.
Carne vendibile
La carne dei capi abbattuti potrà essere commercializzata, cioè venduta. Come? È uno dei punti subordinati al prossimo regolamento. Dalla Regione premettono che la carne potrà essere venduta ai centri di trasformazione – due quelli attivi in Piemonte: in Val Varaita, nel Cuneese, e a Piscina, nel Torinese – dopo avere seguito un corso per la pulizia totale o parziale degli animali cacciati.
Superfici ampliate
Elevata la superficie minima per ogni ambito di caccia (60 mila ettari).
Nuova organizzazione
In prospettiva si prevede la fusione degli Ambiti territoriali di caccia e dei Comprensori alpini: i componenti dei comitati di gestione saranno equilibrati così da garantire rappresentanza a tutte le parti (agricoltori, cacciatori, ambientalisti, enti pubblici).
Limite ai mandati
Sancita la finalità pubblica dell’attività degli ambiti di caccia e il limite di due mandati per la carica di presidente.