“Non ci sono tagli e non c’è un aumento delle tasse, capisco che non ci siate abituati ma è cosi'”. Lo ha detto il premier, Matteo Renzi, al termine della riunione del Consiglio dei ministri nel corso della quale ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha illustrato il Documento di economia e finanza. Si tratta, ha aggiunto il premier, di un “esame preliminare che terminerà con l’approvazione venerdì prossimo. Questo ha lo scopo di consentire a tutti i membri del Governo le proprie valutazioni”.

Nel Def  “non c’è una riduzione delle tasse” ma “la discussione su eventuali ulteriori tagli delle tasse proseguirà con la legge di stabilità: se riusciremo le ridurremo ancora nel 2016”, ha proseguito Renzi smentendo quanto apparso su numerosi quotidiani: “sui giornali leggete che tagliamo i servizi, che aumentiamo le tasse, che facciamo una manovra da 10 miliardi: tutte frasi false”.

Il presidente del Consiglio ha quindi specificato che “non facciamo riduzioni di tasse ogni tre mesi: nel 2015 abbiamo ridotto la tasse per 18 miliardi con la legge di stabilità, più altri 3 di clausole di salvaguardia disattivate. Sono 21 in totale”.  Confermate le previsioni della vigilia, peraltro già annunciate dal ministro Boschi al Forum Confcommercio a Cernobbio: nel 2015 la crescita del Pil sarà dello 0,7% contro lo 0,6% indicato nelle precedenti previsioni del Governo, mentre per il 2016 e il 2017 si prevede un +1,4% e un +1,5%. Il rapporto  deficit/Pil si attesterà al 2,6% quest’anno, all’1,8% nel 2016 e allo 0,8% nel 2017.

Dopo aver sottolineato che nel Def non ci sono “né aumenti di tassazione né tagli alle prestazioni che i cittadini ricevono, c’è bisogno di dimagrire un po’ la macchina pubblica, ma se i sacrifici li fanno i politici male non fa”, Renzi ha infine confermato che “le clausole di salvaguardia che sono state previste saranno totalmente eliminate, questo è un obiettivo che questo governo ha già mostrato di sapere conseguire”.

Nel merito, il premier ha spiegato che “noi abbiamo clausole di salvaguardia” che valgono “l’ 1%” del Pil: “di queste immaginiamo che lo 0,4% sarà coperto da crescita e da minor spesa per interessi”. Ma in ogni caso “saranno totalmente eliminate”.

Da parte sua il ministro Padoan ha sottolineato che “l’economia italiana è migliore di quello che si pensava mesi fa” e che “il quadro macroeconomico migliorerà i risultati e se si consolida la fiducia dei cittadini, delle imprese,  dei mercati e delle istituzioni allora le aspettative potrebbero  essere sbagliate per difetto e i numeri più positivi. Siamo stati prudenti”.