(Dal sito internet de La Stampa)
«Stiamo vedendo segnali incoraggianti: vogliamo aiutare la ripresa». Cristina Balbo, direttore regionale di Intesa Sanpaolo, è ottimista: il 2015, per le imprese piemontesi, può essere l’anno del cambio di passo. Per sostenerle, grazie a un accordo con Confindustria Piccola Industria e in collaborazione con Confindustria Piemonte, la banca ha messo in campo risorse per 1,1 miliardi di euro. Un «tesoretto» che fa parte dei 10 miliardi previsti dall’alleanza nazionale siglata nei mesi scorsi per incentivare dinamismo, crescita e competitività del sistema imprenditoriale.
Il dialogo con la banca
«Un sistema che, sul nostro territorio, sta dimostrando di avere la forza necessaria per superare gli effetti della crisi. Mettendo a disposizione le piattaforme e le competenze del gruppo offriamo sostegno allo sviluppo dei processi di innovazione anche sotto il profilo della valutazione tecnica e industriale», spiega la Balbo.
Pmi in rete
Le Pmi, infatti, avranno l’opportunità di fare rete con le start-up del territorio e saranno accompagnate sui mercati internazionali, che con l’euro ai minimi sul dollaro possono mettere benzina nel motore della crescita.
Piemonte maglia rosa
La base da cui si parte è solida. Il Piemonte, negli anni neri della recessione, è stata la regione italiana con la maggior intensità di investimenti in ricerca e sviluppo (1,8% del Pil), anche se il gap rispetto ai concorrenti europei resta alto: in Midi-Pyrénées e Baden Wuerttemberg gli impieghi dedicati all’innovazione superano il 5,5 per cento del Pil.
I segnali di crescita
«Bisogna essere molto più ambiziosi» dice il vicepresidente di Confindustria Alberto Baban. Il vice di Squinzi è convinto che nell’economia italiana «stia accelerando qualcosa, ma il beneficio sul Pil credo che lo vedremo alla fine del primo semestre». Certo, la congiuntura internazionale aiuta: «Il costo del petrolio e il costo energetico, che sono in forte calo, daranno una spinta fortissima all’internalizzazione», ragiona. E poi c’è il Jobs Act: «Aiuta perché dà più fiducia, anche alle Pmi. Quello che in questo momento può favorire le imprese è il nuovo clima di ritrovata fiducia. Non più conflittualità, ma la consapevolezza che si rema tutti nella stessa direzione».
Le incognite
Rialzare la testa, però, non sarà semplice. «Dai primi dati sul primo trimestre del 2015 si rileva un peggioramento complessivo del clima di fiducia, a conferma di un inizio anno ancora in salita – spiega il presidente di Confindustria Piemonte Gianfranco Carbonato -. Le attese delle imprese manifatturiere sono negative per quasi tutti i principali indicatori, in particolare si indeboliscono quelle sugli ordinativi».