(La Stampa online)

Può un cittadino – in questo caso un commerciante o un imprenditore – ricevere una sanzione dal Comune senza sapere esattamente chi lo sta multando? Attorno a questa domanda – la cui risposta non è scontata, non fosse altro perché non esistono precedenti né sentenze pilota – ruota la sorte di 14 mila multe inflitte dal Comune tra il 2006 e il 2010. Verbali di vario genere ma tutti in capo alla divisione Commercio. Potrebbero essere annullati perché notificati con un atto firmato da un dirigente che non ne aveva titolo, perché nel frattempo era passato ad altro incarico. Chi l’ha sostituito, anziché firmarli di proprio pugno, ha continuato a intestarli al predecessore.

È una battaglia in punta di diritto, ma vale qualche milione. Lo snodo di questa vicenda – deflagrata ieri durante la commissione Controllo di gestione, presieduta da Roberto Carbonero della Lega – è il 2010: la riscossione coatta delle sanzioni passa da Equitalia a Soris, società del Comune. Soris prende in mano i vecchi verbali – compresi i 14 mila incriminati del Commercio – e li lavora daccapo. Impiega tre anni a notificarli agli interessati e invia i moduli con la firma elettronica di un dirigente di Palazzo Civico, Giuseppe Conigliaro, che all’epoca era responsabile del settore, ma nel 2010 era passato ad altro incarico e quindi non aveva più titolo per firmarli. Va da sé che Conegliaro non è al corrente di nulla.

Il dubbio sollevato da molti – a cominciare dal capogruppo di Forza Italia Andrea Tronzano – è che le sanzioni siano nulle. In Controllo di gestione sono stati ascoltati il dirigente del settore Contenzioso amministrativo del Commercio, Roberto Mangiardi, e Marco Cassi, ex dirigente del Commercio oggi passato ad altro incarico. Il primo sostiene che mantenere la firma di chi ha avviato un procedimento sia legittimo. Il secondo l’esatto opposto, e cioè che chi firma un atto ne è pienamente responsabile, altrimenti si espone la città a un eventuale danno, visto che i multati devono sapere contro chi fare ricorso.

L’assessore al Commercio Domenico Mangone, in carica da metà 2013, frena: «Conta quando una multa viene inflitta, non quando viene notificata. Quegli atti risalgono a prima del 2010, quando il dirigente del settore era colui che li ha firmati. Dunque sono validi». Tuttavia, il fatto che – addirittura dentro l’amministrazione comunale – ci siano pareri divergenti, rende traballanti le certezze. Per di più, non esiste in Italia un precedente analogo o una sentenza di tribunale cui aggrapparsi.
(Andrea Rossi)