(Dal sito internet de La Stampa)

MASSIMO NUMA, PATRIZIO ROMANO
Non aveva ancora cinquant’anni, Giuseppe De Cesari, residente a Givoletto, ed è morto stanotte in strada Al Portone, dopo uno scontro verbale con un gruppo di autonomi che stava cercando di bloccare l’accesso di camion e auto al mercato generale Caat di Grugliasco. «Che c… fai qui, non si lavora, torna a casa».

Un gruppo di attivisti molto giovani dell’area autonoma torinese si sono rivolti così all’uomo che ha risposto, davanti ad alcuni colleghi testimoni del fatto e già sentiti dalla Digos, con decisione: «Andate a scuola, invece di far perdere tempo a chi si guadagna il pane». Sembrava finita lì, il mercataro a bordo della sua Smart si accingeva a guidare i suoi mezzi all’interno del mercato, che era regolarmente in attività nonostante il tentativo di blocco da parte di anarchici e un gruppo di anarco-insurrezionalisti.

Cinque attivisti che hanno circondato gli agenti minacciandoli sono stati denunciati per oltraggio, mentre un fattorino nordafricano del sindacato autonomo è rimasto ferito in un contatto con i reparti mobili che hanno tenuto aperte le piste di scorrimento.

Nella notte, una volta constatato che non era possibile ripetere quanto era accaduto nel 2013, con il mercato paralizzato per giorni dai presidi dei manifestanti, oggi impegnati nella giornata nazionale contro la logistica, gli attivisti, poco più 100, si erano dispersi in piccoli gruppi con l’idea di bloccare altre vie di comunicazione. Coordina l’operazione di tutela del mercato e dei lavoratori il capo della Digos Giuseppe Petronzi

Fermate cinque persone. La moglie dell’ambulante sotto choc
Quattro attivisti dei centri sociali dell’autonomia e una militante dell’area anarchica sono stati fermati e sono ora in questura dove saranno interrogati. Potrebbero essere loro gli antagonisti che hanno avuto lo scontro verbale con il mercataro stroncato da infarto. De Cesari, sposato, un figlio di 20 anni, era titolare di un banco all’interno del Caat mentre il figlio aveva avviato un’analoga attività all’esterno del mercato. La moglie che, accompagnata dal ragazzo, è ora arrivata al Caat, ha ricevuto la terribile notizia dai colleghi del marito che le hanno spiegato cosa è accaduto. La donna, sotto choc, è circondata dai familiari e dagli amici.

C’è rabbia e tensione tra gli operatori del Caat, in questi minuti. L’attività del mercato non s’è mai interrotta e tutto procede in modo regolare. Anche alcuni facchini che erano tra i manifestanti si sono avvicinati per portare la loro solidarietà alla famiglia De Cesari. Tre i testimoni del grave episodio, tutti colleghi del commerciante deceduto che avevano cercato invano di soccorrere dopo la violenta lite. Hanno confermato la prima versione. La procura ha aperto un’inchiesta, si attendono le prime informative per individuare il titolo di reato conseguente. Il marocchino ferito, medicato al Martini, è stato dimesso con una prognosi di 2 giorni.

 

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All’alba il blocco dei mercati generali

La tensione era nata alle prime ore della mattina quando, cinque mesi dopo gli scontri in cui rimasero ferite 11 persone, i Sicobas sono tornati a manifestare contro le condizioni di lavoro praticate al Caat. La situazione è degenerata quando un gruppo di antagonisti ha dato vita a un fitto lancio di pietre, bulloni e petardi contro le forze dell’ordine, che hanno risposto con lacrimogeni e cariche di alleggerimento.

I manifestanti, poco più di duecento persone, erano ritrovati ieri sera davanti ai mercati generali. «Autonomia contro potere», la scritta sulle bandiere rosse sventolate accanto allo striscione «contratto unico per i lavoratori del Caat».

 

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