In lieve crescita l’indicatore dei Consumi Confcommercio a luglio con una una crescita dello 0,3% su giugno ma allo stesso tempo rispetto ad un anno precedente mostra un calo dello 0,1% tendenziale. In termini di media mobile a tre mesi l’indicatore, posto 100 l’ultimo quarto del 2007, rimane stabile. Secondo Confcommercio, “tutto questo anche in considerazione di un quadro congiunturale che resta fiacco e ricco di contraddizioni, indica che e’ ancora prematuro parlare di inizio di una fase di recupero della spesa delle famiglie”. Infatti, i deboli segnali di miglioramento sul versante dei consumi sono offuscati dal terzo calo consecutivo della fiducia, con l’indice che torna nel mese di agosto sui valori di marzo; la produzione industriale non mostra un deciso recupero e i dati mensili sull’occupazione sono caratterizzati da una perdurante alternanza valori positivi e negativi; inoltre, il sentiment delle imprese ad agosto e’ tornato a scendere, condizionato dalle aspettative negative manifestate dagli operatori di tutti i settori economici, dopo che a luglio aveva registrato un significativo miglioramento. La debolezza dell’attivita’ produttiva continua a determinare un’evoluzione del mercato del lavoro che, seppure meno negativa rispetto al biennio precedente, presenta molti elementi di criticita’. A luglio 2014 sembrano essersi attenuati i segnali di moderato miglioramento che si erano registrati nei mesi precedenti. Gli occupati sono diminuiti di 35mila unita’ rispetto a giugno, collocandosi sui livelli di gennaio. Il confronto su base annua segnala una riduzione di 71mila unita’. Nello stesso mese si e’ registrato un significativo aumento dei disoccupati (+69mila unita’ rispetto a giugno, +143mila su base annua). Queste dinamiche hanno portato, a luglio, ad un innalzamento del tasso di disoccupazione dal 12,3% al 12,6%. Modesti segnali positivi sembrano emergere dalla CIG che evidenzia, anche a luglio, una marcata riduzione delle ore autorizzate (-25%, rispetto all’analogo mese del 2013). A questa tendenza fa eccezione solo la componente relativa alla CIG straordinaria (+18%)”.