L’onere medio che un esercizio commerciale o un professionista sostiene per dotarsi di un Pos varia da un minimo di 25-60 euro l’anno ad un massimo di 120-180 euro a seconda della tipologia delle apparecchiature prescelte”. E’ il dato emerso dalle prime due giornate di confronto avviate dal Ministero dello Sviluppo Economico sull’obbligo per esercenti e professionisti, dal 1 luglio, di accettare i pagamenti di importo superiore ai 30 euro con carte di debito. Il tavolo di lavoro – comunica il Ministero – ha già svolto due riunioni nel corso delle quali sono stati incontrati rappresentanti dell’Abi, dell’Aiip (Associazione Italiana Istituti di Pagamento e di Moneta Elettronica), del Consorzio Pagobancomat, dei gestori dei circuiti internazionali Visa e Mastercard e di alcuni operatori di mercato.
“Nelle scorse settimane – sottolinea una nota – sono stati resi pubblici dati estremamente variegati e non coincidenti con le risultanze del tavolo: appare quindi utile fare chiarezza sul punto”. I costi fissi “coprono la disponibilità dell’apparecchiatura Pos e dipendono dalle diverse funzionalità che il terminale puo’ offrire e dal tipo di tecnologia utilizzata per il collegamento”, e “per i terminali più innovativi si aggira in media intorno ai 2-5 euro mensili, mentre per le apparecchiature più tradizionali la media è di 10-15 euro mensili”; I costi variabili “sono, invece, legati al numero e all’ammontare delle transazioni effettuate dalla clientela e dipendono dal tipo di circuito utilizzato”.
Al tavolo, gli operatori del settore “hanno manifestato la loro piena disponibilità a continuare a compiere ogni sforzo per rendere l’offerta di questa tipologia di servizio il più possibile flessibile e conveniente” e, rileva il Ministero, “la crescita del numero delle transazioni che ci si attende come mrisultato dell’entrata in vigore del decreto consentirà lo sviluppo di economie di scala e l’intensificazione delle pressioni concorrenziali in grado di ridurre ulteriormente i costi”. Il tavolo “proseguirà i suoi approfondimenti monitorando gli effetti del decreto sul mercato, sia in termini di volumi sia di prezzi”.