Basta contante: da ieri, 30 giugno, commercianti, artigiani, professionisti, chiunque sia in grado di fornire una merce o un servizio ai consumatori dovrà dotarsi di un Pos, il “point of sale”, quel dispositivo che permette di effettuare un pagamento con bancomat, carta di credito o debito. Un obbligo che riguarderà tutti: dal dentista al venditore ambulante, dall’avvocato all’idraulico.

Nessuno potrà più rifiutarsi di accettare un pagamento tracciabile, purché la somma dovuta non sia inferiore ai 30 euro. Dopo un paio d’anni di rinvi entra infatti in vigore un decreto che sembra fatto apposta per dichiarare guerra all’evasione spicciola e quotidiana, quella che a prima vista sembra innocua, ma che in realtà come l’altra – quella delle grandi cifre – va ad ingrossare la montagna della ricchezza prodotta in nero (più o meno il 17 per cento del Pil).

L’obiettivo è nobile: dissuadere dall’utilizzo del contante (secondo la Banca d’Italia i pagamenti elettronici pro capite sono 74 l’anno contro i 194 di media dell’Eurozona) e colpire l’evasione fiscale. Ma il decreto che introduce il Pos per legge non ha strumenti adatti a difendere le buone intenzioni: non è contemplata nessuna sanzione a carico di chi non rispetterà l’obbligo. L’arma è spuntata.

“E’ la solita norma all’italiana”, commenta il Codacons E’ in realtà il solito compromesso: la sanzione è stata “dimenticata” perché installare e utilizzare un Pos, in Italia costa più caro che altrove. Secondo uno studio effettuato dalla Cgia di Mestre – tenendo conto delle condizioni praticate dai principali istituti – la spesa media per un imprenditore che incassa via Pos 100mila euro l’anno, varia infatti dai 1.183 euro previsti per chi si accontenta del modello base, ai 1.208 pagati dal commerciante, artigiano o professionista che sceglie il Pos cordless (senza fili), fino ai 1.240 versati da chi decide di avvalersi di un dispositivo Gsm.

Cifre calcolate al netto, tenendo conto della deducibilità applicabili agli oneri in questione. Di fatto spese di attivazione, commissioni mensili e commissioni sulle singole operazioni sono a carico di chi chiede l’installazione del Pos. Alcune banche concedono il dispositivo in comodato d’uso; diverse associazioni si sono già mosse per ottenere condizioni più vantaggiose rispetto a quelle standard ma nella media i costi sono elevati e gli accordi mancanti.

Lo ha ammesso lo stesso ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi che parlando alle assemblee di Confcommercio e Confesercenti si è impegnata ad “attivare un tavolo di confronto con le banche e con gli operatori per ridurre i costi legati alla disponibilità e all’utilizzo dei Pos”. Ma “non possiamo aspettare ancora – ha poi precisato – il costo legato al massiccio utilizzo del contante è eccessivo”.

Al momento i tavoli promessi non sono stati ancora convocati, ma per calmare la protesta di professionisti e lavoratori autonomi, ecco che il decreto entra in vigore senza sanzioni. Rimandare l’obbligo di Pos alla firma di tali accordi avrebbe infatti creato qualche imbarazzo al governo, perché il provvedimento in questione arriva da lontano. Era inserito nel decreto crescita varato nel 2012 dall’allora esecutivo Monti con decorrenza prevista al primo gennaio di quest’anno, ma la partenza è stata poi rinviata di altri sei mesi.

Nel frattempo il testo del decreto è stato oggetto di vibrate proteste da parte delle categorie interessae e di un ricorso al Tar del Lazio – respinto – da parte dell’Ordine degli architetti. Resta da capire cosa succederà nel caso in cui il commerciante, il professionista o l’artigiano in questione non si siano dotati di Pos.

Al cliente infatti è riconosciuto il diritto di pagare via card, ma se non sarà messo nelle condizioni di poterlo fare non potrà certo ottenere il bene o il servizio gratis.

La circolare dedicata dal Consigluio nazionale forense agli iscritti all’Ordine degli avvocati parla chiaro: “Qualora il cliente dovesse effettivamente richiedere di effettuare il pagamento tramite carta di debito e l’avvocato ne fosse sprovvisto – sta scritto – si determinerebbe semplicemente la fattispecie della mora del creditore che, come è noto, non libera il debitore dall’obbligazione. Nessuna sanzione è infatti prevista in caso di rifiuto di accettare il pagamento tramite carta di credito”. Quindi, prima o dopo il cliente paga, con o senza Pos.