Pubblichiamo l’intervento del Presidente di Fiva Nazionale, Giacomo Errico, audito ieri pomeriggio presso la X Commissione della Camera dei Deputati in riferimento al commercio ambulante.
Fra le richieste più urgenti, Fiva ha segnalato:
-disparità di trattamento fra merceologie vietate sui mercati e ammesse altrove: “Sul piano della normativa di carattere restrittivo si chiede al Parlamento, pure in considerazione della non competenza istituzionale, di orientare il Governo circa la sproporzionalità di talune norme. Non si comprende infatti la ratio che prevede la vendita di prodotti di prima necessità (allegato 23 del DPCM 3 novembre) anche in forma ambulante meno che sui mercati coperti o scoperti che siano”;
Sul fronte della liquidità e dei ristori appare necessario:
– prevedere gli opportuni contributi a fondo perduto per gli operatori fieristi e degli eventi sportivi e musicali attraverso una “una tantum” significativa ovvero attraverso un fondo da far gestire alle Regioni, che meglio conoscono la realtà del territorio, da corrispondersi in base al numero degli eventi non svolti ovvero in proporzione al calo di fatturato;
– prevedere lo stesso contributo per tutti gli operatori dei mercati interessati dalle ulteriori restrizioni del DPCM 3 novembre;
– esonerare dal pagamento del suolo pubblico anche il commercio su aree pubbliche, sia per l’occupazione temporanea sia per quella permanente, e sia in regime di Tosap che di Cosap, fino al 31 dicembre 2020;
– sospensione totale della tassazione locale e dal versamento dei contributi previdenziali per il commercio su aree pubbliche anche per il 2021 (un anno bianco) al fine di ricostituire la liquidità necessaria alle imprese;
– rinvio della certificazione telematica dei corrispettivi e della connessa lotteria degli scontrini al 1 gennaio 2022.
– sospensione dell’applicazione degli studi di settore per l’anno di imposta 2020 o, quantomeno, revisione degli ISA in direzione di una maggiore tollerabiltà.