Business Insider – Chiara Merico
Rappresentano l’ossatura dell’economia italiana ed europea, ma rischiano di non sopravvivere al covid. Sono le piccole e medie imprese, che in Europa impiegano oltre due terzi della forza lavoro e realizzano oltre la metà del valore aggiunto: realtà produttive di fondamentale importanza che però, come rivela una ricerca condotta da McKinsey su oltre 2.200 Pmi in cinque nazioni (Italia, Francia, Germania, Spagna e Gran Bretagna), hanno pagato un prezzo altissimo alla pandemia e potrebbero non rialzarsi.
I dati sono sconfortanti: il 70% delle aziende interpellate ha dichiarato di aver subito un calo dei ricavi a causa dell’emergenza sanitaria, con una serie di effetti negativi a catena. Un’azienda su cinque si è detta preoccupata di poter dichiarare fallimento a causa dell’indebitamento e di dover di conseguenza licenziare personale, mentre il 28% ha fatto sapere di avere in programma la cancellazione di progetti di crescita. E nonostante il 20% abbia dichiarato di aver ricevuto dai governi qualche forma di sussidio, dalla sospensione delle imposte alla cassa integrazione, la metà delle piccole e medie imprese oggetto dello studio crede che il proprio business non abbia la possibilità di sopravvivere per più di 12 mesi.
Per alcune aziende il futuro è ancora più nero: l’11% del totale prevede la possibilità di dichiarare bancarotta entro sei mesi. Una preoccupazione che è più alta tra le aziende relativamente più grandi – con un numero di dipendenti compreso tra 50 e 249 – in Italia e Francia, dove la percentuale sale al 21%, quasi il doppio della media europea. In Spagna, invece, sono le ditte individuali a vedere più vicino lo spettro del fallimento, con una percentuale del 19% contro il 6% delle aziende di taglia più grande.
In generale la pandemia ha colpito più duramente le Pmi italiane e spagnole: nei due Paesi, rispettivamente, il 30% e il 33% delle piccole e medie imprese ha dichiarato di aver subito “forti riduzioni” dei ricavi, contro il 23% delle aziende tedesche di dimensioni analoghe.
A preoccupare le piccole e medie imprese sono in particolare le prospettive dell’economia, che per l’80% sono negative: anche qui ci sono però notevoli differenze tra i singoli Paesi. In Germania quattro Pmi su dieci pensano che l’economia sia solida o abbastanza solida, mentre in Italia la percentuale scende al 10%. Il 30% delle aziende spagnole intervistate teme di non poter restituire i prestiti, contro il 14% della Germania, e sempre in Spagna il 38% delle Pmi dubita di poter mantenere i posti di lavoro, mentre in Germania e Francia il problema riguarda solo il 16% delle aziende. In generale, il 14% delle aziende in tutta Europa lamenta problemi di organico dovuti al covid, che ha fatto sì che molti dipendenti siano in quarantena o in malattia. Il futuro è particolarmente incerto per le Pmi che operano nell’ospitalità, nella ristorazione e nelle attività legate all’arte e all’intrattenimento: il 40% di queste ha messo da parte i progetti di crescita, contro il 20% delle aziende di pari dimensione attive in settori come la salute, l’agricoltura e le costruzioni.
La capacità delle Pmi di sopravvivere dipende da una serie di fattori: anzitutto dall’evoluzione della pandemia e dalle sue ripercussioni sul business. McKinsey ha prospettato alle aziende intervistate tre possibili scenari: se i ricavi restassero invariati, il 55% di esse teme di dover chiudere entro settembre 2021. Una percentuale che scenderebbe, ma non troppo, portandosi al 39% se lo scenario migliorasse, con ricavi in crescita tra il 10% e il 30%, e che passerebbe al 77% in caso di un peggioramento della situazione, con ulteriori riduzioni di fatturato. Tutti scenari che, secondo la ricerca, sono comunque influenzati da un fattore: la possibilità per le aziende di continuare a ricevere supporto finanziario da parte dei governi. Anche una volta che la crisi sarà finita, queste realtà dovranno essere sostenute per trovare nuovi mercati o accelerare il processo di digitalizzazione. Solo così le Pmi potranno tornare a essere il motore economico del continente.