LA REPUBBLICA
Il Covid fa tirare la cinghia alle famiglie torinesi. Nel primo semestre 2020 i consumi tornano ai livelli del 2015, con un taglio netto delle spese voluttuarie, come vacanze, pasti fuori casa, ricreazione e tempo libero. Crescono invece le spese per utenze domestiche e le comunicazioni. Più frequenti gli acquisti online e nei supermercati a scapito dei negozi di vicinato. Quasi dimezzata la quota di reddito accantonata per il risparmio.
E’ il quadro che emerge dall’indagine sulle spese di 160 famiglie torinesi, alle quali è stato anche sottoposto un breve set di domande volto a indagare eventuali cambiamenti delle abitudini di consumo nei mesi di lockdown. Con 2.363 euro mensili, in calo del -6,5% (-162 euro) rispetto al I semestre del 2019, la spesa complessiva delle famiglie torinesi nei primi sei mesi del 2020 torna ai livelli del I semestre 2015.
Dopo il costante incremento del passato, in particolare nel triennio 2015-2017, e la sostanziale tenuta tra il 2018 ed il 2019, i primi mesi 2020 fanno registrare dunque un deciso ridimensionamento. “Come previsto l’emergenza sanitaria ha impattato fortemente sulle spese delle famiglie: 8 su 10 hanno contratto decisamente gli acquisti non necessari e il 34% ha dovuto intaccare i risparmi. Nella crisi si individuano, tuttavia, anche comportamenti virtuosi, come la riduzione dello spreco alimentare, il sostegno ai piccoli esercenti e l’acquisto di prodotti Made in Italy”, commenta Dario Gallina, presidente della Camera di commercio di Torino.