Lettera del presidente Errico al presidente dell’Anci, Antonio Decaro: “le imprese, specialmente quelle di commercio su aree pubbliche, interessate a detti eventi sono allo stremo per la forzata inattività”.
“Fate riaprire in tempi brevi le fiere e le sagre locali, altrimenti dovremo sommare agli effetti del virus anche il crollo economico di una larga parte del commercio su aree pubbliche”.
Lo afferma Giacomo Errico, presidente della Fiva, l’organizzazione che raccoglie gli ambulanti della Confcommercio in una lettera-appello inviata al presidente dell’Anci, Antonio Decaro. “Non si capisce il perché – scrive il presidente della Fiva – in moltissime realtà e pure in presenza di tutti gli accorgimenti necessari al rispetto delle linee guida le fiere e le sagre siano del tutto precluse con l’applicazione di poteri di ordinanza in modo acritico. Sono tantissimi gli eventi in oggetto, normalmente calendarizzati e vietati all’ultimo momento. Al di là del patrimonio di tradizioni, anche culturali, sotteso agli eventi in oggetto, va chiaramente detto che le imprese, specialmente quelle di commercio su aree pubbliche, interessate a detti eventi sono allo stremo per la forzata inattività”.
Per il presidente della Fiva “si tratta di imprese molto spesso specializzate in tale materia e perciò più di altre esposte agli effetti negativi derivanti dal mancato esercizio dell’attività senza peraltro aver avuto ristori specifici se non quelli garantiti dai vari provvedimenti per il lockdown per il settore in generale. Temiamo fortemente che gli effetti del coronavirus incidano ancora più pesantemente sul settore, per non parlare della drastica riduzione dei bilanci aziendali, ben oltre il 50% sotto i livelli 2019.” “All’Anci chiediamo – conclude Errico – una presa di posizione nei confronti dei Comuni per evitare l’irreparabile”.