Con la crisi che morde le caviglie, c’è solo una cosa da non sbagliare: i tempi. Dopo le polemiche sul decreto di maggio, arrivato poi a giugno, lo hanno capito dalle parti di Palazzo Chigi, che infatti spinge sull’acceleratore per portare il decreto economico di agosto, quello che dovrà destinare i 25 miliardi del nuovo scostamento di bilancio, entro la prossima settimana in Consiglio dei ministri.
Ma la strada è in salita, perché le richieste piombate sui tavoli di Giuseppe Conte e Roberto Gualtieri sono tantissime e non tutte troveranno spazio nel prossimo provvedimento. L’obiettivo del governo, oltre alla conferma delle misure per dare sostegno a chi è stato colpito maggiormente dalla crisi Covid, è quella di iniettare nel sistema risorse utili alla ripresa di comparti trainanti, come l’automotive. La conferma arriva direttamente dal ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli: “di fronte alla crisi del settore non poteva mancare la risposta del governo”. Non mancheranno, però, le norme sul lavoro, anche se con qualche modifica significativa al sistema della Cassa integrazione in deroga, per evitare i cosiddetti ‘furbetti della Cig’. Al riguardo, la posizione del vice segretario dem, Andrea Orlando, è inequivocabile: “chi l’ha utilizzata facendo lavorare in nero i dipendenti ha rubato e ha tolto risorse a chi ne aveva più bisogno. Spero siano sanzionati come meritano”. La stretta arriverà con il nuovo decreto, visto che potranno accedere all’integrazione salariale solo le aziende che ha visto ridurre il proprio fatturato di meno del 20%, versando peraltro un contributo addizionale. Di contro, ci saranno anche gli incentivi alle assunzioni a tempo indeterminato, con uno stop alle tasse di almeno 6 mesi. Inoltre, la ministra Nunzia Catalfo annuncia che “sarà potenziato” il Fondo nuove competenze introdotto con il decreto Rilancio, perché le parole d’ordine del ventunesimo secolo dovranno essere formazione e competenza.
Secondo quanto anticipato dall’Ansa, inoltre, l’esecutivo sta valutando un progetto per una spinta ai consumi da almeno 2 miliardi (si starebbe tentando di arrivare a 3), con un bonus legato ad alcune tipologie di spese con carte e bancomat fatte da qui alla fine dell’anno. Oltre ai consumi in bar e ristoranti si starebbe valutando di incentivare con uno sconto a carico dello Stato gli acquisti di abbigliamento o elettrodomestici, tra i settori più in sofferenza. Ancora da stabilire anche il meccanismo di sconto, se attraverso una card o con rimborsi direttamente ai contribuenti.