Un segnale alle imprese, soprattutto quelle che più hanno subito l’impatto della crisi, con una nuova sforbiciata alle tasse dopo lo stop all’Irap di giugno. E uno ai lavoratori, con la proroga della Cig Covid e anche delle deroghe per lo smart working nel privato. Il governo, forte anche dell’intesa raggiunta a Bruxelles sul Recovery Fund, si concentra sulle risorse urgenti ancora necessarie per contrastare gli effetti più nefasti del Coronavirus sull’economia e si appresta a chiedere alle Camere altri 20 miliardi in deficit per finanziare le misure.
In parallelo partirà la definizione dettagliata del piano da presentare in ottobre a Bruxelles, un “programma di rilancio incisivo”, ha detto il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, che affronterà “i problemi storici dell’Italia” e farà “crescere gli investimenti”. Parte dei fondi, fino al 10%, ha sottolineato il ministro, saranno anticipati già a inizio 2021 e potranno coprire anche programmi di spesa già avviati quest’anno a partire da febbraio, ‘liberando’ così parte delle risorse stanziate a debito nei mesi più difficili della crisi. Con il nuovo scostamento, infatti, l’extradeficit si porterà a 100 miliardi, che potrebbero in parte essere compensati già in chiusura d’anno con le risorse del Sure, che l’esecutivo si è sempre detto intenzionato ad utilizzare, a differenza del Mes.
Intanto bisogna “cancellare almeno un terzo” delle tasse sospese causa Covid in primavera e spostate a settembre, dice il viceministro all’Economia Laura Castelli, lanciando indirettamente un segnale anche ai commercialisti, sul piede di guerra per il mancato rinvio delle scadenze di luglio. L’esecutivo starebbe ragionando sullo stralcio di circa 4 dei 13 miliardi rinviati a marzo che diventerebbero, in sostanza, un ulteriore ristoro a fondo perduto per le imprese. Se non si riuscisse a fare un taglio generalizzato si punterebbe perlomeno ad alleviare il peso del fisco per le attività più colpite. I calcoli dei fondi da destinare ai vari capitoli, infatti, sono ancora in corso e non è escluso che prima della riunione del governo il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, veda i capi delegazione della maggioranza. Le risorse, infatti, dovranno servire per la scuola, per la ripartenza in sicurezza, per il turismo (si starebbe valutando in questo caso anche l’ipotesi di un decreto ad hoc), per rifinanziare il Fondo di garanzia per le pomi e per dare ossigeno agli enti locali (2,8 i miliardi destinati alle Regioni mentre altri 3 miliardi e mezzo dovrebbero andare ai Comuni).
C’è poi il pacchetto lavoro che, ha annunciato il sottosegretario Francesca Puglisi, conterrà anche la proroga della possibilità di proseguire con lo smart working nel privato (dopo quella già introdotta per il pubblico con il decreto Rilancio) visto che “il virus non è stato completamente debellato” ed è ancora necessario rispettare le regole sul distanziamento sociale. Per gli ammortizzatori dovrebbero servire altri 7-8 miliardi, ma ancora si discute sull’opportunità di raddoppiare la Cig Covid per tutti, aggiungendo altre 18 settimane, o se restringere la platea distinguendo per settori o per cali di fatturato. L’idea iniziale era quella di una proroga selettiva ma ora ci sarebbe chi propende per la proroga generalizzata, anche per evitare di alimentare malcontento in vista di un autunno che in molti iniziano a temere molto ‘caldo’. Decisioni ancora non sono state prese e comunque la possibilità di accedere all’ammortizzatore ‘speciale’ sarebbe legata alla proroga del blocco dei licenziamenti, che al momento scade il 17 agosto. Insieme alla Cig, però, il governo vorrebbe mettere in campo fin da subito anche incentivi al lavoro stabile sotto forma, dice sempre Castelli, di “defiscalizzazione e decontribuzione destinate a quelle imprese che assumeranno nuovo personale”.