LA REPUBBLICA – ERICA DI BLASI

“Non sarebbe possibile reggere un nuovo lockdown”. A pensarlo è l’85 per cento delle aziende del terziario torinese, nel caso in cui in autunno si verifichi una seconda ondata di coronavirus. E ancora, il 36 per cento delle imprese ritiene che con un nuovo lockdown rischierebbe la chiusura. Sono i dati sull’Osservatorio del terziario torinese, presentato dall’Ascom Confcommercio di Torino, secondo cui un nuovo lockdown rappresenterebbe “il colpo di grazia” per il tessuto produttivo del territorio, che potrebbe perdere anche un terzo delle imprese del terziario.

Turismo e abbigliamento i settori più colpiti, a causa della contrazione dei consumi. L’indagine Ascom fotografa anche un cambio nelle abitudini dei consumatori, orientati più verso la spesa online e le consegne a domicilio. Una sfida che è stata raccolta da molti imprenditori. Le aziende del terziario di Torino che soddisfano l’attitudine alla spesa online dei consumatori sono aumentate del 154 per cento in pochi mesi. Tra gli operatori che oggi svolgono e-commerce, tre su cinque sono di fatto “neofiti”.

Le innovazioni introdotte per l’emergenza hanno però solo mitigato l’impatto della crisi (solo un’impresa su tre ha tenuto in fatto di ricavi): un terzo di esse è riuscita a mantenere lo stesso livello dei ricavi pre-Covid, il 44 per cento ha minimizzato le perdite, il 22 per cento è riuscito almeno a sopravvivere. Tuttavia, la direzione è quella che va verso un’evoluzione strutturale dei modelli di business delle imprese: il 58 per cento di coloro che hanno introdotto per la prima volta l’e-commerce nel proprio modello di offerta intende mantenerlo anche nei prossimi mesi. E il 65 per cento delle imprese che hanno sperimentato le consegne a domicilio, hanno annunciato che non le abbandoneranno. Alla base della decisione di mantenere le innovazioni introdotte anche in futuro c’è la convinzione che queste possano ampliare il parco clienti, rappresentando anche un elemento di differenziazione.

“L’andamento economico è preoccupante, così come le previsioni per l’autunno” – osserva Maria Luisa Coppa, presidente dell’Ascom Confcommercio di Torino -. Il mondo dell’impresa non può essere lasciato solo di fronte all’ipotesi di un ritorno dell’emergenza sanitaria. Chiediamo liquidità a fondo perduto, misure di credito adeguate, totale defiscalizzazione e politiche concrete a sostegno delle imprese. Il commercio, i pubblici esercizi e il turismo rischiano di pagare un prezzo troppo alto che Torino, il Piemonte e il Paese intero non possono permettersi”. Secondo le previsioni di Carlo Alberto Carpignano, direttore dell’Ascom torinese, “A fine settembre avremo recuperato non più della metà del gap con il periodo pre-Covid”.

Le imprese del terziario della provincia di Torino promuovono l’efficacia delle misure a contrasto dell’emergenza sanitaria, mentre giudicano insufficienti i provvedimenti per arginare la crisi economica. Se il 67 per cento degli operatori giudica infatti con successo le misure imposte a livello nazionale e locale in termini di sicurezza (per sé stessi, per i collaboratori, per i clienti), esiste un 80 per cento di imprenditori che si dichiara del tutto insoddisfatto dei provvedimenti adottati in campo economico.