Business Insider
La fattura elettronica fa flop: a oggi, infatti, risulta recuperato solo un miliardo di Iva evasa. Un risultato lontano anni luce da quanto annunciato dal ministero dell’Economia che stimava maggiori incassi per 4 miliardi proprio grazie all’introduzione della nuova fatturazione. Addirittura, un anno fa dal Festival dell’Economia di Trento, Laura Castelli – allora sottosegretario dell’Economia e oggi vice ministro – dichiarava che nei primi tre mesi dell’anno la fattura elettronica aveva già permesso di recuperare 1,5 miliardi di euro.
Il risultato, a conti fatti, si è rivelato molto diverso. L’Osservatorio Digital B2b del Politecnico di Milano ha calcolato che nel 2019 sono transitate attraverso il Sistema di Interscambo (SdI) 2,09 miliardi di fattura elettroniche che hanno permesso di individuare e bloccare – tra gennaio e novembre dello scorso anno – falsi crediti Iva per 945 milioni di euro a fronte di 104,7 miliardi di versamenti con “un aumento attribuibile alla fatturazione elettronica stimato tra 0,9 e 1,4 miliardi di euro tra gennaio e giugno”. Meno della metà di quanto dichiarato dal vice ministro e di quanto stimato dal Mef stesso che poi ha visto correggere le proprie stime dall’Agenzia per l’Italia digitale lo scorso mese di aprile.
D’altra parte, già un anno fa parlando con Business Insider Sergio Pellone, commercialista partner di Talea, società di tax e legal advisor, spiegava chiaramente che la fatturazione elettronica non sarebbe servita a far emergere l’evasione fiscale: “Non ci saranno più errori sulle dichiarazioni dell’Iva, ma chi non emetteva fatture prima continuerà a non emetterle. Gli strumenti per far emergere il nero sono altri e gli strumenti sono già a disposizione dello Stato”. Come a dire che la novità ha cambiato radicalmente il modo di lavorare dei commercialisti e la contabilità delle imprese italiane riducendo il tempo dedicato alle fatture, ma a livello fiscale comporta benefici estremamente ridotti.
Secondo l’Osservatorio del Politecnico, i benefici della fatturazione elettronica rilevati dalle imprese riguardano sia il ciclo passivo, con risparmio di tempi e costi, riduzione degli errori, miglioramento della qualità delle informazioni e dei processi, sia il ciclo attivo, con benefici in termini di efficienza (meno costi legati ai materiali consumabili e minor tempo di esecuzione delle attività). Tuttavia, secondo gli esperti dell’Osservatorio, il 16% percepisce degli appesantimenti sul ciclo passivo, come una scarsa fluidità del processo di riconciliazione della fattura con altri documenti del ciclo dell’ordine, e il 28% sul ciclo attivo, ad esempio per la necessità di personalizzare molte informazioni all’interno delle fatture su richiesta dei clienti.
La fatturazione elettronica può portare anche benefici indiretti, migliorando le attività connesse al processo di fatturazione, ma solo un’impresa su tre li percepisce (34%). Fra le grandi aziende la percentuale sale al 40%, con i miglioramenti più significativi che riguardano il monitoraggio dei crediti insoluti (50%) e la gestione fiscale (49%), mentre fra le Pmi una su tre riscontra benefici, specialmente nella contabilità analitica (33%).
“A oltre un anno dall’introduzione dell’obbligo possiamo confermare la bontà del nostro sistema di fatturazione elettronica, che oggi è un riferimento per gli altri paesi europei e sta iniziando a portare benefici sia in termini di lotta all’evasione che di miglioramento dei processi aziendali – dice Paola Olivares, Direttore dell’Osservatorio Digital B2b -. Nonostante i numeri di adozione soddisfacenti, però, siamo lontani da una vera maturità digitale dei processi B2b: attualmente si stanno cogliendo i benefici sulle attività più direttamente connesse all’obbligo, ma si sta investendo ancora poco per inserirla in un processo digitale più esteso”. Tradotto: se da un lato la fatturazione elettronica pare destinata a raggiungere lo scopo di semplificare le gestione amministrativa della contabilità spingendo l’acceleratore sul digitale; dall’altro i benefici per le casse dello Stato sono ridotti all’osso.