“È necessario interpretare con la massima attenzione gli importanti dati sulla fiducia di famiglie e imprese nel mese di maggio, rilevata sulla base dell’indagine Istat che si è chiusa entro i primi 18 giorni di maggio. Sebbene i dati disegnino un quadro di profonda sfiducia, con indici ai minimi storici, è, invece, verosimile che la fiducia sia moderatamente risalita rispetto ad aprile sulla base delle evidenze raccolte nel resto dell’Europa tanto per le famiglie quanto per le imprese”: è il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio al dato Istat.

“Gli aspetti rilevanti da sottolineare – aggiunge l’Ufficio Studi – sono due. Il primo riguarda l’esiguità del probabile miglioramento. Se a giugno si dovesse confermare anche per l’Italia che dopo i crolli di marzo e aprile il ripristino delle aspettative procede a ritmi lenti allora si dovrà concludere che il Pil e i consumi per il 2020 sono compromessi anche oltre le stime attuali, passando da un -8% reale per entrambi a valori ben più negativi”.

“La seconda questione particolarmente grave – continua Confcommercio – è la concentrazione delle perdite di fatturato e di fiducia delle imprese su pochi settori. Se per le famiglie si evidenzia una certa tenuta, il sentiment degli imprenditori segnala in molti casi una caduta libera nonostante la probabile risalita rispetto ad aprile. La caduta della fiducia appare eccezionalmente acuta per le imprese del terziario di mercato, al cui interno si registra l’azzeramento (4,3) della fiducia degli operatori del turismo. A preoccupare è anche il forte accumulo di scorte registrato in molti settori della produzione e della distribuzione. In sintesi, anche i dati odierni confermano che se dal punto di vista macroeconomico il peggio è passato, sotto il profilo di tantissime aziende di alcuni settori strategici i momenti più difficili devono ancora venire”.